Iran: attacchi Teheran, arrestate altre 7 persone

Sette nuovi arresti in Iran di presunti fiancheggiatori dei terroristi coinvolti nei due attentati avvenuti a Teheran lo scorso 7 giugno e costati la vita a 17 persone e oltre 40 feriti. Lo riferisco fonti giudiziarie citate dall’agenzia stampa iraniana “Tasnim”. I sette presunti “aiutanti” dei terroristi sono stati arrestati nella citta’ di Fardis, nella provincia settentrionale di Alborz. L’accusa che pende sul loro capo e’ di aver favorito l’organizzazione logistica degli attentati del 7 giugno scorso. Inoltre, i sette arrestati sono sospettati di avere legami con lo Stato islamico. Ieri, 9 giugno, il ministro dell’Intelligence, Mahmoud Alawi, ha dichiarato che gli agenti hanno individuato il nascondiglio dove gli autori del duplice attentato di Teheran avevano pianificato gli attacchi.

Il ministero dell’Intelligence iraniano ha annunciato ieri, 9 giugno, l’arresto di 41 presunti terroristi coinvolti nei due attentati avvenuti a Teheran lo scorso 7 giugno e costati la vita a 17 persone e oltre 40 feriti. In un comunicato stampa il ministero precisa che gli arresti sono avvenuti dopo una serie di operazioni mirate attuate anche grazie alla collaborazione delle famiglie di alcuni sospettati. Il dicastero ha precisato che tutti i 41 arrestati appartengono ad una cellula legata allo Stato islamico basata in Iran. La campagna di arresti ha coinvolto quattro provincie del paese che vedono importanti minoranze sunnite: Kermanshah, situata nell’ovest del paese vicino al confine iracheno; Kordestan, (o Kurdistan iraniano) altra provincia dell’Iran occidentale sul confine iracheno; la Azerbaigian Occidentale, vasta provincia iraniana che si sviluppa sul confine con la Turchia e l’Iran; e quella di Teheran. Durante le operazioni sono stati sequestrati numerosi documenti falsi e attrezzature per nuovi attacchi terroristici, tra cui armi, cinture esplosive, materiali per la fabbricazione di ordigni, radio e altri dispositivi di comunicazione.

Il ministero ha inoltre sottolineato che le operazioni sono in corso anche al di fuori dei confini dell’Iran. Le forze di sicurezza starebbero infatti cercando i mandanti dei due attentati per verificare inoltre eventuali legami con paesi stranieri. Precedentemente, il ministero dell’Intelligence aveva anticipato che le forze di sicurezza iraniane, in collaborazione con i Guardiani della rivoluzione e la polizia erano riusciti ad individuare e catturare diversi presunti terroristi legati agli attacchi avvenuti contro il parlamento e il mausoleo dell’ayatollah Khomeini, situati a circa 20 chilometri a sud di Teheran.

Lo scorso 8 giugno, il ministero dell’Intelligence iraniana ha annunciato di aver identificato gli autori degli attacchi avvenuti a Teheran e costati finora 17 morti e oltre 40 feriti. In un comunicato stampa il ministero ha diffuso i nomi e le fotografie degli attentatori. Essi sarebbero Qayyoum, Abu Jihad, Ramin, Serias e Fereydoun. Per ragioni di sicurezza il ministero non ha rivelato i cognomi. Secondo la nota i cinque terroristi avevano tutti un passato da combattenti ed erano legati a gruppi wahhabiti e “takfiri”. Dopo l’adesione allo Stato islamico essi avrebbero lasciato l’Iran per andare a combattere in Siria e Iraq, partecipando ad operazioni a Raqqa e Mosul. Il ministero dell’Intelligence riferisce inoltre che i cinque avevano fatto ritorno in Iran nel mese di agosto 2016, per partecipare ad una operazione terroristica sotto la direzione di un comandante dello Stato islamico noto con il nome di battaglia di Abu Aisha. Gli attacchi erano mirati a colpire i luoghi religiosi dell’Iran. In seguito i cinque erano fuggiti dopo che le autorita’ di sicurezza avevano sventato i piani del gruppo e ucciso lo stesso Aisha.

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