Progetto Italia News, media partner di ‘Arteperformingfestival’, che si terrà, come è noto, a Napoli, dal 10 luglio al 7 agosto prossimi, al Castel dell’Ovo, presenta oggi Fabio Abbreccia. Il festival, come è noto, si può, idealmente e praticamente, suddividere in tre temi: femminile, madre terra e mediterraneo. Per il ‘femminile’ saranno allestite sale al primo piano, al secondo piano saranno disponibili il ‘Salone delle Velette’, altri ambienti, oltre a quattro stanzette dedicate a ‘Madre Terra’ e ‘Mediterraneo’. Abbreccia sarà presente al festival per il tema ‘Femminile’ esponendo nel ‘Salone delle Cortigiane’.
Abbreccia frequenta l’istituto d’Arte Boccioni di Napoli dove perfeziona la sua naturale attitudine al disegno. Proseguendo gli studi si dedica al fumetto, all’illustrazione e alla colorazione digitale, dedicandosi successivamente alla pittura. C’è chi ha scritto nel presentarlo ‘dedicandosi interamente’ alla pittura. Su questo punto dissento visto che il lavoro di illustrazione relativo ad i fumetti è sempre un punto in più per chi si dedica alla pittura. Un punto in più perché, anatomia a parte, dona alle figure dipinte il senso del movimento. Punto e a capo. Se parlando di fumetti pensiamo ad Andrea Pazienza, oppure a Tanino Liberatore, se parliamo di Rank Xerox e di Frigidaire, sarà chiaro quello che dico.
Pazienza è uno dei nomi storici del fumetto in Italia e non ha bisogno di presentazioni. Nel 1987, quando, ospite della Fiera d’Oltremare di Napoli, decise di realizzare un murale di sette metri per due e mezzo dipingendo un soggetto totalmente inedito all’interno della Mostra.
Prese vari pennelli, trovò un muro fatiscente ed in tre ore di frenetica attività, senza neanche allontanarsi per vedere come stava procedendo, realizzò una fantastica battaglia con guerrieri, avvoltoi, cavalli e antilopi.
Erano presenti Milo Manara, Hugo Pratt, Enki Bilal e, mentre dipingeva, intorno a Pazienza si creò una folla di ammiratori che guardavano a bocca aperta.
Gianni Nappa ricorderà quest’evento. Era presente e capirà di cosa parlo.
Se ci spostiamo di qualche anno indietro, ovvero al 1977, anno della contestazione che ha consacrato artisti del fumetto impegnati in disegni underground realizzati nelle loro tavole, e pubblicati nelle più note testate internazionali, arriviamo ad oggi dove, attraverso l’espandersi della comunicazione multimediale l’attività degli artisti si diversifica fortemente, anche se, come annota Abbreccia: ‘Qualsiasi riuscita di una produzione artistica è commerciale, il successo è sempre commerciale, a fronte di un successo commerciale si discute del valore vero o fittizio dell’opera ma senza un successo commerciale non si discuterebbe di niente’.
Parole vere e lapidarie che riconducono a capacità, inventiva, illustrazione, comics e fumetti. Fabio in questo settore è un docente della Scuola Internazionale di Comics. Negli ultimi anni la sua produzione è scandita da svariati ritratti, genere che ama e in cui risiede l’ essenza della pittura e del disegno. E’ storia della pittura che parte sempre dal rapporto pittore-modella o pittore-modello. Gianni Nappa è chiaro per motivare la partecipazione dell’artista ad Arteperforminfestival: ‘Nell’esaltazione del segno la pittura di Fabio Abbreccia, che nel suo percorso incede ora nella pittura e anche per lavoro di insegnante nel fumetto, ma in tutte e due lui rimanda sempre ad una sintesi che tra segni e cromie sono la sua cifra stilistica, improntata ad una esaltazione dell’estetica femminile ma anche ad una sottolineatura ad un tratto istintivo libero da formalismi. Ho inserito Abbreccia anche e soprattutto per queste sue caratteristiche che se pur lo inseriscono nell’espressione, sono un dato di capacità ed istinto’.
Fabio annota: ‘Non ho alcun interesse per la definizione, nel definirmi come artista, come professionista o altro. L’unica cosa che mi interessa è disegnare/dipingere, questo è il mio strumento per giocare col segno, il segno è tutto quello che conta, il linguaggio l’unica cosa rilevante, le varie declinazioni con cui questo segno può essere indagato contano in relazione alle possibilità che regalano. Del titolo non me ne faccio niente, il gioco è l’unica cosa seria’.
Diverse le personali e le partecipazioni a performance di live painting in cui Fabio dà vita alla composizione di un’immagine femminile che caratterizza attraverso l’invasione di colori e di contrasti.
Roberto Cristiano