La sindaca di Roma Virginia Raggi rischia il processo per le nomine di Renato Marra e di Salvatore Romeo. La procura di Roma ha chiuso le indagini, passo che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, per le accuse di falso in relazione alla nomina di Renato Marra all’incarico di capo dipartimento per il Turismo e di abuso d’ufficio per quella relativa a Salvatore Romeo a capo della segreteria.
Le intercettazioni telefoniche depositate al processo per corruzione contro Renato Marra, riferisce oggi ‘Il Corriere della Sera’, descrivono i reali rapporti tra i ‘quattro amici al bar‘: ovvero la sindaca Raggi, l’allora vicesindaco Daniele Frongia, l’ex capo della segreteria Salvatore Romeo e l’ex braccio destro Raffaele Marra.
Frongia: Ti volevo dire una cosa… perché non l’ho capita. Virginia mi ha detto di chiedere a te per capire meglio. Io non ho capito per quale motivo non si possono cambiare le deleghe adesso, perché io ho ancora quelle vecchie e sto impazzendo. Perché dice che bisogna fare gli interpelli.
Marra: Esatto… allora, facciamo gli interpelli, dopodiché se c’è un affinamento sulle deleghe, cosa che noi sappiamo già ci sarà, non si porrà un problema, sposteremo soltanto il processo.
Quale sia la situazione in Campidoglio, Marra la racconta il 17 ottobre all’amica Concetta.
Marra: È un disastro vero, guarda, ma veramente davvero… però andiamo avanti…
Concetta: Ma questa è la cosa che ti dicevo io, no? Che poi tu le fai pure, le pensate, le disegni e trovi le soluzioni, però poi se non ci sta uno che gli dà seguito, rimangono tutti i foglietti di carta.
Marra: Considera pure che è stato… in questi giorni sono stati là impegnati al ping pong tinc tenc (tono scherzoso)… co’ ‘ste stronzate che… il pensatoio e ho detto: ma per fare il pensatoio devi portà gente pensante, se tu porti cerebrolesi ma che vuoi contà?.
Concetta: (ride) Non è che ottieni qualcosa.
Marra: No, perché alcuni sono molto bravi, alcuni sono, secondo me, sono ancora molto confusi… cioè quelli non sanno manco dò stanno.
MARRA-RAGGI – A novembre, quando le polemiche sulla nomina di Renato Marra a capo del Turismo sono roventi – spiega ancora il ‘Corriere della Sera’ – Raggi chiede conto a Marra dell’aumento ottenuto dal fratello, ammettendo di non conoscere i dettagli. Dalla conversazione si capisce chiaramente che l’intera procedura è stata seguita insieme e questo rafforza l’accusa di falso scattata perché la sindaca ha invece sostenuto di aver ‘fatto tutto da sola’.
Marra: Scaricami! Meglio per te. Così togli le persone dalla tua giugulare.
Raggi: Smettila. Sai bene che avrei subito attacchi. E non mi dici nulla?
Marra: Mi stai dando del disonesto. Non ti ho mai nascosto nulla. Te l’ho detto! Evidentemente non troppe volte! Se lo avessi fatto vicecomandante la fascia era la stessa. È solo a tua tutela che ha fatto un passo indietro. Purtroppo l’onestà non paga.
Raggi: Infatti abbiamo detto vice no. Abbiamo detto che restava dov’era con Adriano.
Nell’ottobre scorso, Marra parla con l’amico Andrea.
Marra: A giugno, dopo che lei aveva vinto le elezioni, Marcello De Vito che è uno delle persone più legate alla Lombardi, mi chiese se volevo collaborare con lui… ti volevo nominare direttore al III Municipio… dico ‘se il Sindaco dà l’ok, io sono disponibile’. Dice ‘sai, ci tiene pure la Lombardi…’ vanno a parlà col Sindaco per dire ‘allora abbiamo deciso, Marra viene a fare il direttore del Municipio’, lei disse ‘che cosa avete deciso? Marra rimane co’ me! Anzi, io lo sto per nominare vice-capo di Gabinetto’. Di tutto ciò io non sapevo un c…
Andrea: Lei con te poi…
Marra: Poi la Lombardi è stata la più bastarda di tutte… mi ha massacrato, che ha parlato coi giornali, che mi ha remato contro…
Intanto le intercettazioni sulla Raggi sono divenute oggetto di dibattito politico. Le intercettazioni di Marra sulla eterodirezione del Campidoglio da parte della Casaleggio associati sono interessanti e istruttive sui meccanismi che governano i rapporti interni al M5S – commenta su Facebook il senatore del Pd Stefano Esposito – Emerge con chiarezza come Virginia Raggi fosse perfettamente a conoscenza della dinamica relativa al fratello di Marra. Mi colpisce come la menzogna sia lo strumento usato sistematicamente dagli esponenti grillini.
Penso – prosegue – che da questi nuovi addebiti emergano in modo ancora più chiaro il fallimento e l’incapacità di questa guida di Roma che è, ormai, sotto gli occhi di tutti i romani. Con gli enormi problemi che ha, la Capitale può permettersi di essere governata da un’azienda di Milano, da remoto? Può reggere una giunta prigioniera di pesanti lotte intestine?. Il tema principale è questo, non se la Raggi verrà rinviata a giudizio e condannata, conclude l’esponente dem.
Non ha agito da sola, Virginia Raggi, quando ha deciso di promuovere il fratello di Raffaele Marra, Renato, alla direzione del Turismo del comune di Roma.
‘Ho fatto tutto da sola’, come dicevamo in precedenza, aveva detto Virginia Raggi alla responsabile anticorruzione del Campidoglio e poi con una lettere all’Anac. Non era vero. Anzi, la sindaca M5S era all’oscuro dei particolari di quella promozione, tanto che quando scopre l’aumento di stipendio di Renato Marra se ne lamenta con il braccio destro, poco prima che venisse arrestato per corruzione insieme all’imprenditore Sergio Scarpellini. E lui ribatte: ‘Mi stai dando del disonesto. Non ti ho mai nascosto nulla. Te l’ho detto evidentemente non troppe volte’.
L’altro elemento che emerge dalle nuove carte, sono alcuni consigli di Davide Casaleggio alla sindaca di Roma su come gestire l’emergenza abitativa nella capitale.
Traspare, quindi, la dipendenza della sindaca da Davide Casaleggio. Virginia Raggi si confronta con Raffaele Marra su tutto e gli riferisce che ha ricevuto istruzioni da Casaleggio anche in materia di emergenza abitativa. Ecco un Whatsapp che la sindaca ha ricevuto da Davide e che inoltra a Marra: ‘Sì, anche capire se questi sono veramente nelle case che dovevano essere per emergenza abitativa o meno credo debba fare la parte della replica’. La sindaca della prima città d’Italia se non teleguidata è sicuramente intimorita.