Sono ‘fiduciosi’ i genitori del piccolo Charlie Gard il cui caso oggi torna all’Alta corte di Londra su richiesta dei medici del Great Ormond Street Hospital che hanno sollecitato un nuovo parere legale dopo aver ottenuto la richiesta di staccare la spina al bimbo di 11 mesi che nei giorni scorsi è stata di fatto sospesa. Il tribunale si riunisce a partire dal primo pomeriggio e deve valutare le nuove informazioni che vogliono presentare i familiari del neonato ricoverato a Londra secondo cui ci sono possibilità che funzioni una terapia sperimentale negli Stati Uniti.
I dottori britannici restano dell’idea che le cure non possano avere alcun effetto benefico sul piccolo malato ma di fronte alla mobilitazione internazionale, da parte di Usa e Italia, si sono nuovamente rivolti all’autorità giudiziaria. Intanto l’attenzione dei media è massima, coi tabloid del Regno che sperano nel ‘miracolo per Charlie’ e alcune emittenti che si schierano con la famiglia Gard.
‘Nella vicenda del piccolo Charlie si assiste alla ‘mercificazione’ di una sciagura familiare. Giornalisti affamati di notizie ed esperti di vario tipo si nutrono di questioni come questa per mestiere. I commenti di costoro possono essere come tante pietre lanciate contro un bambino senza difesa e i suoi genitori allo sbaraglio. Invece Gesù aspetterebbe che si faccia silenzio per “ritrovare nel silenzio il mistero della vita’, così l’Osservatore Romano interviene sul caso Charlie con un commento firmato da Gianpaolo Dotto.
L’ospedale Great Ormond Street, dove è ricoverato il piccolo, dice che è giusto tentare la cura, ne siamo convinti insieme ai genitori. I due ospedali internazionali e i loro ricercatori ci hanno comunicato nelle ultime 24 ore di avere nuovi dati a proposito del trattamento sperimentale da essi proposto, ha spiegato la struttura che poco prima si era rivolta all’Alta Corte per una nuova udienza sul caso.
Gli esperti della equipe internazionale che ha redatto il documento propongono una terapia a base di deossinucleosidi, delle molecole simili ai ‘mattoni’ del Dna. Nel documento dimostrano, sulla base di studi già su riviste scientifiche e di dati ancora non pubblicati, che queste molecole sono in grado di superare la barriera emato-encefalica, quella che separa i vasi sanguigni dal cervello, e quindi avere effetto sull’encefalopatia che ha colpito il piccolo. Esistono evidenze scientifiche, scrivono, a sostegno del fatto che i deossinucleotidi esogeni applicati a cellule umane con mutazione RRM2B in coltura, accrescono la replicazione e favoriscono il miglioramento della sindrome da deplezione del DNA.
La mutazione a cui si riferiscono i medici è la stessa che colpisce il piccolo. Siamo consapevoli, concludono gli esperti, del fatto che la terapia con deossinucleotidi per il deficit RRM2B sia sperimentale e, in teoria, dovrebbe essere testata su modelli murini. Tuttavia, non c’è tempo sufficiente per svolgere questi studi e giustificare il trattamento per Charlie Gard, che è affetto da una grave encefalopatia dovuta a mutazioni RRM2B. Alla luce di questi importanti nuovi risultati riguardanti la biodisponibilità dei deossinucleotidi somministrati per via esogena nel sistema nervoso centrale, chiediamo rispettosamente che questa terapia possa essere somministrata a Charlie Gard.