Strage di Nizza e risarcimenti

 A un anno dalla strage di Nizza, vero giro di boa nella strategia dell’Isis che da quel giorno iniziò a seminare morte nelle città d’Europa con camion e auto lanciati sulla folla, tiene banco la beffa degli indennizi a favore dei feriti e dei parenti delle 86 vittime.

Dal giorno dell’attacco le autorità francesi hanno ricevuto 2.420 richieste d’indennizzo da parte dei familiari dei deceduti e dai sopravvisuti alla follia omicida di Mohammed Bouhlel, il terrorista che al volante di un tir piombò sul lungomare di Nizza stracolmo per i festeggiamenti in memoria della presa della Bastiglia. Lo Stato, attraverso il Fondo di garanzia per le vittime del terrorismo, ha messo a disposizione dei feriti 6,7 milioni di euro a titolo d’indennizzo. Ai parenti dei caduti, invece, le autorità avrebbero fatto singole offerte di denaro sulla cui entità vige il più stretto riserbo. C’è chi, sfinito dall’attesa di vedersi riconosciuto un scampolo di giustizia, ha accettato la somma proposta, anche se a ribasso, e chi, insoddisfatto dell’offerta, sta continuando la battaglia legale.

‘Lo Stato non abbandonerà mai la ricerca della verità, né il sostegno giuridico e finanziario alle vittime’, è stata la promessa del presidente francese Emmanuel Macron, intervenuto  alla commemorazione della mattanza. Ad ascoltarlo sulla Promenade c’era anche Gaetano Moscato, 71 anni, torinese il nonno eroe che per salvare la vita ai suoi nipotini ha perso una gamba maciullata dalle ruote del tir:  ‘È stata una cerimonia molto toccante. In questi mesi le autorità francesi mi hanno sostenuto con degli acconti per i lavori di ristrutturazione della mia casa, necessari a renderla abitabile da me che non ho più un arto. Mi auguro che arrivino anche dei risarcimenti veri e propri, ma qui il discorso si fa più complesso. La Francia paga solo dopo che la persona è guarita. Un sistema un po’ assurdo visto che nel mio caso vorrei davvero sapere quando potranno considerarmi ristabilito. Io la gamba l’ho persa per sempre’.

Quanto sia difficile ottenere un giusto indennizzo lo sanno bene anche a Sulmona, provincia dell’Aquila, nella casa di Fabrizia Di Lorenzo, la 31enne morta a Berlino il 19 dicembre scorso, nell’attacco fotocopia di quello a Nizza. In questi mesi i genitori hanno denunciato l’impossibilità di ricevere un risarcimento dalle istituzioni tedesche. Colpa di una legge, risalente al 1985 che lo esclude per i danni causati alle vittime di crimini violenti commessi con un veicolo a motore o un rimorchio. Fabrizia è come se sia stata vittima di un incidente stradale.

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