Da tempo nello  scandalo pedofilia affiorava il riferimento al coro di Ratisbona, problema che avvelena la Chiesa Cattolica, e il clamore è dato dal luogo e dal fatto che il luogo rimanda indirettamente al ‘Papa Emerito’, Benedetto XVI. Il suo cognome è risuonato,   e a farlo risuonare ha provveduto l’avvocato che ha messo a punto il rapporto in cui si parla di violenze su 547 bambini. Senza giri di parole Ulrich Weber ha sostenuto che il fratello del del Pontefice dimissionario ‘sapeva’ e ‘di aver fatto finta di non vedere, e di non essere intervenuto nonostante sapesse’. Georg Ratzinger ha diretto il coro di Ratisbona dal 1993 al 2000. I fatti oggetto della denuncia sarebbero precedenti a quel periodo tanto che il fratello dell’ex Papa assicurò quando vennero fuori le prime voci che ai miei tempi non ho sentito assolutamente nulla di abusi sessuali.

Sono almeno 547 i bambini che, nel corso di decenni, hanno subito violenze nel coro del Duomo di Ratisbona. 500 bambini hanno subito violenze corporali, e 67 anche violenze sessuali. Secondo Weber 49 colpevoli sono stati identificati.

 L’ex vescovo di Ratisbona,  ed oggi anche ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Gerhard Mueller, quando si parlò nel 2000 di alcuni casi di pedofilia aveva dichiarato: ‘Georg Ratzinger è assolutamente, temporalmente e realmente estraneo a questa vicenda’.

La vicenda andrà evidentemente approfondita. Ciò non toglie che in qualche misura finisca per puntare al cuore stesso della gerarchia ecclesiastica. E’ evidente che il problema non si risolve né con le denunce,  né con le scomuniche,  né solo con la condanna e l’emarginazione dei preti che si sono macchiati di un reato, perché di reato si tratta e non solo di peccato vergognoso. La malattia è radicata è, in qualche misura, non estirpabile semplicemente con le dichiarazioni di buona volontà.