In realtà  di Enrico Costa così come non si è avvertita la presenza, allo stesso modo non si avvertirà l’assenza. L’ex ministro è un po’ come quegli invitati che si domandano prima di presentarsi a un evento se li si nota di più accogliendo l’invito o declinandolo. In realtà il dilemma non si pone: sulla vita degli italiani il suo rifiuto di stare all’interno di un governo che certo non brilla per attivismo, lo renderà visibile almeno nella stessa misura in cui lo è stato sino ad ora facendone parte. Semmai Costa potrebbe essere un utile oggetto di studio per chi volesse provare a misurarsi con i piaceri e i dispiaceri del renzismo.

Costa rappresenta quella deriva centrista inutilmente perseguita da Renzi  nel sogno elettorale del 40 per cento. Alla fine, il tutto, non regala nuovi approdi politici ma solo l’esasperazione di un vecchio malanno italiano: il trasformismo declinato nella versione più estrema. Costa cerca  una sistemazione più sicura essendo il centro sognato da Renzi ormai naufragato.