In Venezuela si è insediata l’assemblea costituente votata domenica nella sede a Caracas del Parlamento controllato dall’opposizione anti-Maduro. A dare il via alla cerimonia dell’insediamento è stato Fernando Soto Rojas, ex parlamentare ‘chavista’, il più anziano tra i 545 membri della nuova assemblea. Il Venezuela vuole pace, ha sottolineato Soto Rojas, in mezzo agli applausi dei parlamentari ‘chavistì nel Salone ellittico del Palazzo federale legislativo. Nella giornata odierna il popolo del Venezuela insedia la sovrana e plenipotenziaria assemblea costituente.
Le forze di sicurezza hanno disperso con lacrimogeni una manifestazione indetta dall’opposizione contro l’insediamento. Decine di membri della polizia nazionale bolivariana su motociclette hanno sparato a Chacaito, zona a est della capitale venezuelana, palline di gomma contro i dimostranti anti Maduro. Alcuni manifestanti si sono rifugiati in un centro commerciale. Altri dimostranti partiti dal punto di incontro stabilito dalla coalizione dell’opposizione Mud si sono scontrati con le forze di sicurezza rispondendo con pietre ai lacrimogeni.
Nella crisi politica venezuelana è entrato anche Papa Francesco, che ha chiesto a tutti gli attori politici e al governo di Caracas che venga assicurato il pieno rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nonché della vigente Costituzione e che si sospendano le iniziative in corso come la nuova Costituente che, anziché favorire la riconciliazione fomentano un clima di tensione.
Lo stop della Santa Sede arriva all’indomani della decisione della procuratrice generale del Venezuela, Luisa Ortega Diaz, che ha aperto una inchiesta per presunti brogli durante il voto per l’elezione della Costituente e ha chiesto che l’insediamento dell’Assemblea venisse bloccato. Ma malgrado gli appelli che ormai da giorni arrivano da governi, leader politici e istituzioni, il governo è andato avanti e i 545 rappresentanti della Costituente, organismo con potere quasi illimitato, hanno fatto il loro esordio nel ‘salone ellittico’ del Parlamento, a pochi metri dall’emiciclo nel quale siedono i deputati, in maggioranza oppositori di Maduro, per iniziare a redigere la nuova Carta.
Inoltre la Santa Sede chiede che si creino le condizioni per una soluzione negoziata in linea con le indicazioni espresse nella lettera della Segreteria di Stato del 1° dicembre 2016, tenendo presenti le gravi sofferenze del popolo per le difficoltà a procurarsi il cibo e le medicine, e per la mancanza di sicurezza.
La tensione nel paese è altissima. Maduro chiede di non cadere nelle provocazioni e aggiunge che l’inizio dei lavori della Costituente favorirà la riconciliazione e la pace, invitando le forze dell’ordine ad astenersi dall’uso sproporzionato e eccessivo della forza. Come segno di distensione oggi le autorità venezuelane hanno rilasciato il sindaco di Caracas, Antonio Ledezma, uno dei principali oppositori al governo di Maduro, concedendogli il ritorno agli arresti domiciliari.
I diritti economici e sociali della popolazione devono essere salvaguardati. Perché se già la popolazione è alla fame, con l’embargo la situazione non può che peggiorare, dice al SIR Riccardo Noury, portavoce della sezione italiana di Amnesty international, che dopo l’arresto dei due leader dell’opposizione Leopoldo Lopez e Antonio Ledezma ha definito la situazione in Venezuela a un punto di rottura. La posizione di Amnesty è quella di Papa Francesco.
Noury mette in evidenza anche l’incongruenza della posizione italiana: parole dure e ferme contro l’amministrazione Maduro, quando in passato si è armata la polizia di Maduro con 10mila pistole. È quanto risulta da indagini fatte dalla Rete italiana per il disarmo e da documenti ufficiali.