Sgomberati, caricati e dopo otto giorni ancora in cerca di un alloggio. Per la stragrande maggioranza di etiopi e somali che vivevano nel palazzo di otto piani in via Curtatone nel centro di Roma, l’unica certezza sembra essere ancora una volta la strada. Come è certo che oggi è il giorno delle polemiche, il giorno in cui il Campidoglio esce dal silenzio ed attacca gli altri interlocutori che, a suo dire, avrebbero dovuto contribuire a trovare soluzioni. E a farlo è direttamente la sindaca Virginia Raggi dalla sua pagina facebook individua in Regione e Governo i due ‘latitanti’, non dimenticando di lanciare una stilettata alla Prefettura di Roma.
L’affondo contro il Campidoglio l’ha lanciato il capo della Polizia Franco Gabrielli: ‘Due anni fa, da prefetto di Roma, insieme all’allora commissario straordinario Tronca avevamo stabilito una road map per trovare soluzioni alle occupazioni abusive ma non ho più avuto contezza di cosa sia accaduto di quel lavoro fatto insieme a Tronca’.
E la Raggi replica definendo l’accoglienza in Italia una vera e propria emergenza trasformata in un vergognoso scaricabarile. Difende quanto fatto: ‘Il Comune ha compiuto fino in fondo il proprio dovere’, dice, ‘un dovere che non tutti hanno compiuto. Mi riferisco alla Regione che ha disatteso il decreto legge Minniti che la chiama direttamente in causa’.
Secca la replica dalla Regione Lazio: non c’è stata alcuna risposta dal Campidoglio sui fondi stanziati a maggio dall’amministrazione guidata da Nicola Zingaretti per l’emergenza abitativa, ovvero 40 milioni di euro su 161 milioni previsti. E’ soprattutto l’assenza di una politica nazionale seria a creare guerre tra poveri che contrappongono gli stranieri agli italiani, denuncia ancora la Raggi ricordando che a Roma ci sono un centinaio di stabili occupati abusivamente che fanno gola alla criminalità e ad alcune frange estremiste dei movimenti per la casa” ed per questo è necessario intervenire per ristabilire la legalità.
Il capo della Polizia dice che gli scontri di piazza Indipendenza a Roma si potevano evitare ed é un’altra giornata di polemiche sullo sgombero dei rifugiati prima dal palazzo di via Curtatone e poi in modo troppo energico dalle vicine aiuole.
Domani sfilerà nella capitale il corteo dei movimenti per la casa, alcuni militanti dei quali, che si definiscono ‘solidali’, hanno sostenuto la protesta dei migranti. Una manifestazione contro che sarà super sorvegliata dalle forze dell’ordine nel timore di violenze fomentate dalla rabbia amplificata dai social per le immagini di donne colpite con i cannoni ad acqua e del funzionario di polizia che incita a ‘spaccare un braccio’ ai facinorosi. Ad alcuni in rete non é piaciuta nemmeno la carezza dell’agente a una rifugiata.
I movimenti protesteranno dalle 16 da piazza Esquilino a piazza Madonna di Loreto, nel centro storico. Al corteo ci saranno anche i rifugiati sgomberati da via Curtatone, quattro dei quali sono stati arrestati, tra loro due donne. La questura ha deciso di predisporre varchi d’accesso con controlli delle forze dell’ordine, transenne, divieto di portare aste, bottiglie di vetro e altri oggetti atti a offendere. Sono attese circa 5 mila persone. Dal primo pomeriggio verranno rimossi veicoli in sosta e secchioni dei rifiuti lungo il percorso.
Secondo il presidente Pd della Commissione diritti umani del Senato, Luigi Manconi, il ministro dell’Interno Marco Minniti non autorizzerà altri sgomberi a Roma senza che vi siano già pronte soluzioni abitative alternative. Non si placa intanto la polemica sulla mano dura usata dalla polizia ieri in piazza Indipendenza.
Lo sgombero di via Curtatone mette nell’occhio del ciclone la giunta Raggi e riapre le tensioni dentro M5S tra i due possibili candidati premier grillini Luigi Di Maio e Roberto Fico, stavolta sull’uso della forza sui migranti a piazza Indipendenza. Il vicepresidente della Camera difende la sindaca affermando che si deve occupare dei romani prima che dei migranti e si schiera anche al fianco dei poliziotti: ‘Non possiamo vedere scene di guerriglia come quelle di ieri e poi alla fine accusare e mettere sotto inchiesta i poliziotti e la Polizia di Stato per una frase’.
Visione agli antipodi di quella del presidente della Vigilanza Rai che non si sente rappresentato da uno Stato che carica i rifugiati. La posizione ‘legalitaria’ di Di Maio allinea M5S sulla Lega, da ieri schierata a spada tratta nella difesa della polizia e per una politica di sgomberi contro le occupazioni.
Lo Stato – sostiene il candidato premier in pectore M5S – si deve far rispettare e la polizia ha fatto di tutto per evitare il peggio. Se c’è un immobile occupato abusivamente da migranti rifugiati in Italia è giusto che vada sgombrato.