Il fumo fa male. Il messaggio arriva forte e chiaro a 4,7 miliardi di persone che, tra le scritte e le immagini sui pacchetti di sigarette, i divieti di fumare nei locali pubblici e le campagne di prevenzione, sono ampiamente avvisate dei pericoli delle sigarette.
A valutare la diffusione delle politiche antifumo ci ha pensato il rapporto dell’Oms intitolato ‘Who report on the global tobacco epidemic, 2017’. Le misure di controllo e prevenzione sono quadruplicate dal 2007 quando solamente 1 miliardo degli abitanti del pianeta (15% della popolazione) veniva raggiunto da almeno una delle strategie di informazione sui rischi del fumo.
Oggi si sfiorano i 5 miliardi, pari al 63 per cento della popolazione mondiale. E gli esperti della Framework Convention on Tobacco Control dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Who Fctc) non possono che esserne soddisfatti. Gran parte degli interventi adottati dai governi nel mondo per ridurre il numero dei fumatori sono stati infatti proposti da loro. Si tratta di una serie di misure contenute nel programma Mpower lanciato dal Fctc nel 2008, tra cui monitorare il consumo di tabacco e le politiche di prevenzione, proteggere i non fumatori, aiutare i fumatori a smettere, avvisare dei pericoli delle sigarette, vietare la pubblicità del tabacco e le sponsorizzazioni da parte delle industrie, aumentare le tasse sul tabacco.
Entrando nel dettaglio, dal Rapporto emerge che le misure di protezione nei confronti dei non fumatori, con l’adozione di aree ‘no-smoking’ o con il divieto di fumo in qualunque spazio pubblico, sono in vigore in 55 Paesi del mondo e coinvolgono 1,5 miliardi di persone. I trattamenti per smettere di fumare vengono offerti dai sistemi sanitari di 26 Stati a un numero complessivo di 2,4 miliardi di fumatori. E le campagne anti fumo lanciate dai mass media hanno raggiunto 3, 2 miliardi di persone nel mondo.
Ma la strategia che va per la maggiore è senza dubbio quella degli inequivocabili e scioccanti messaggi sui pacchetti di sigarette che catturano l’attenzione di 3,5 miliardi di persone in 75 Paesi, quasi la metà della popolazione mondiale (47%). Meno apprezzate dai governi, invece, sono le altre due armi proposte dal Fctc per la lotta alla fumo: il divieto di pubblicità e sponsorizzazioni da parte dell’industria del tabacco e l’aumento delle tasse sulle sigarette.
La lotta contro il fumo è una priorità dell’Italia e dell’Europa. Il fumo e’ infatti ancora oggi la prima causa di morte. In Italia muoiono per patologie fumo correlate circa 70,000 persone l’anno e si registra la tendenza all’abbassamento dell’eta’ in cui si giovani consumano la prima sigaretta che e’ intorno agli 11 anni. Il ministro della salute intende intraprendere delle campagne di prevenzione contro il tabagismo, rivolte soprattutto ai giovani, che sono la categoria piu’ a rischio. Ricordiamo che la vendita di tabacco ai minori di 18 anni in Italia e’ vietata. Il ministro della salute in attesa dell’applicazione della direttiva europea sul tabacco ha gia’ intrapreso misure restrittive come il divieto di fumo nei plessi scolastici e loro pertinenze e negli ospedali. Il ministro vuole continuare a promuovere il divieto di fumo in auto in presenza di minori essendo ormai acclarati i danni da fumo passivo soprattutto tra i giovanissimi. Un’ulteriore opera di sensibilizzazione sara’ fatta contro la pubblicità occulta e cercando di attivare collaborazioni su base volontaria volte ad evitare la diffusione di immagini vincenti, soprattutto tra i giovanissimi, legate al consumo di tabacco e all’abuso di alcol.
Infatti, come accaduto 10 anni fa, se c’e’ una sensibilizzazione di tutti soprattutto sul piano culturale, si raggiungono degli ottimi risultati nella lotta al tabagismo e all’alcol tra i giovani.
Dal Rapporto emergono due punti critici su cui i governi sono chiamati a intervenire: il commercio illegale di sigarette e l’ingerenza delle industrie del tabacco nella politica.
Moreno Manzi