Pensioni, governo punta ad assegno minimo di 650 euro per giovani

Se ne era già parlato prima dell’estate, grazie alla proposta del consigliere economico di palazzo Chigi Srtefano Patriarca. Ora l’ipotesi di una riduzione della soglia del trattamento pensionistico minimo maturato per i giovani torna in cima all’agenda, coke conferma l’incontro di mercoledì 30 al ministero del Lavoro. Ovvero, si sta pensando di garantire un assegno di circa 650 euro nel caso in cui i contributi versati non abbiano raggiunto un livello tale da garantire la cifra. E questo attraverso un meccanismo di garanzia che consenta la percezione di un trattamento minimo, ottenuto sommando alla pensione contributiva una quota dell’assegno sociale.

‘Abbiamo registrato una disponibilità del governo ad affrontare i temi legati alla prospettiva previdenziale per i giovani e alla previdenza complementare’, sottolinea il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. In particolare è stato evidenziato come la base di una pensione adeguata non possa essere 1,5 volte l’assegno sociale (pari a 448,07 euro per tredici mensilità) ma che appunto la soglia vada rivista al ribasso, soprattutto per chi ha una carriera discontinua o carente a livello delle retribuzioni. Si parla di 1,2 volte l’assegno sociale; quindi, circa 540 euro.

  E dal governo, rileva anche il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli, ci è stato prospettato un intervento volto ad aumentare le possibilità di pensionamento dei lavoratori più giovani con pensioni esclusivamente contributive riducendo la soglia del trattamento pensionistico minimo maturato (da 1,5 a 1,2 volte l’assegno sociale) necessario per l’accesso alla pensione con 66 anni e 7 mesi e proponendo anche un meccanismo di garanzia che consenta la percezione di un trattamento minimo ottenuto sommando alla pensione contributiva una quota dell’assegno sociale.

È però necessario, sostiene ancora il sindacalista, rimuovere anche il vincolo che lega la possibilità di pensionamento nel contributivo a 63 anni e 7 mesi al raggiungimento di una soglia di importo minimo della pensione pari a 2,8 volte il valore del l’assegno sociale ed eliminare l’aggancio dei requisiti pensionistici all’aspettativa di vita, perché nel sistema contributivo i lavoratori vengono doppiamente penalizzati dato che l’aspettativa di vita incide sia sull’aumento dei requisiti pensionistici, sia sul calcolo della pensione attraverso la riduzione periodica dei coefficienti di trasformazione”.

‘Siamo parzialmente soddisfatti dall’incontro con il Governo’, sottolinea anche il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo: ‘C’è stato questo sforzo da parte del ministero di individuare la possibilità di un nuovo meccanismo che riguarda i coefficienti portandolo da 1,5 a 1,2 volte il valore dell’assegno sociale e eventualmente anche quello del 2,8 ma riteniamo che sia necessario arrivare ad una soluzione entro il mese di settembre anche perché ad ottobre sarà presentata la finanziaria al Parlamento’.

 Oggi, rileva ancora Petriccioli, sono arrivate alcune ipotesi di soluzione da parte del Governo per migliorare l’accesso alla pensione dei giovani che avranno pensioni interamente calcolate col metodo contributivo ed alcune aperture per il rilancio della adesioni alla previdenza complementare e per la parificazione della tassazione delle prestazioni dei lavoratori pubblici al livello di quella dei privati. Sono ipotesi positive ma ancora non sufficienti per tenere insieme, secondo lo spirito dell’intesa del 28 settembre 2016, il necessario ripristino delle condizioni di flessibilità nell’accesso al pensionamento con il tema dell’adeguatezza dei trattamenti pensionistici”.

L’incontro al ministero si è svolto in un clima positivo. E’ stato un lavoro utile e c’è un impegno a continuare il confronto ha affermato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, evidenziando come gli incontri continueranno la settimana prossima. Sono già in agenda incontri il 5 sulle tematiche del lavoro, il 7 e il 13 settembre prossimo sui temi pensionistici.

 La discussione, rileva Poletti, “si è sviluppata sui temi previsti dalla fase 2 del confronto tra governo e sindacati. Sono state affrontate le problematiche legate ai giovani e in particolare alle carriere discontinue e al tema della previdenza complementare. E’ stata sviluppata una proposta e la discussione continuerà nei prossimi giorni.

 Una proposta, spiega, che punta ad arrivare a costruire un percorso per i giovani che hanno carriere discontinue. Ci sono alcune opzioni in campo del tipo assistenziale e previdenziale per far fronte a questa situazione. Il tema è ancora aperto a discussione. I sindacati, rileva Poletti, hanno sottolineato la volontà di affrontare la questione dell’aspettativa di vita e noi abbiamo confermato la posizione del Governo su questo tema: il tema potrà essere discusso dal momento in cui l’Istat darà il quadro della situazione.

 

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