U.S. Pacific Command Commander Adm. Harry Harris, center, answers a reporter's question as U.S. and South Korean soldiers listen during a press conference as Lt. Gen. Samuel A. Greaves, director of the United States Missile Defense Agency, left, Gen. John Hyten, commander of the United States Strategic Command, second from right, United States Forces Korea Commander Gen. Vincent Brooks, right, listen at Osan Air Base in Pyeongtaek, South Korea, Tuesday, Aug. 22, 2017. (ANSA/AP Photo/Lee Jin-man, Pool)

La Corea del Nord e’ pronta a effettuare il suo sesto test nucleare

La Corea del Nord e’ pronta a effettuare il suo sesto test nucleare in qualsiasi momento al sito di Punggye-ri: e’ la valutazione del vice ministro della Difesa sudcoreano Suh Choo-suk, illustrata  in un’audizione parlamentare dedicata al lancio del missile a medio raggio di martedì deciso da Pyongyang. ‘C’e’ la possibilità di ulteriori provocazioni strategiche, comprensive sia di nuovi missili balistici sia del sesto test nucleare’, ha aggiunto Suh. Il ministero della Difesa giapponese ha chiesto un aumento record del 2,5% del proprio bilancio (5.200 miliardi di yen pari a 40,5 miliardi di euro).

 Bombardieri e aerei da caccia statunitensi hanno eseguito un’esercitazione sui cieli della Corea del Sud insieme a jet militari sudcoreani in una dimostrazione di forza contro la Corea del Nord dopo il lancio del missile balistico da parte di Pyongyang questa settimana: lo ha reso noto un funzionario del ministero della Difesa della Corea del Sud.

I capi delle diplomazie di Russia e Usa, Serghiei Lavrov e Rex Tillerson, ieri sera hanno discusso al telefono della situazione in Corea del Nord e hanno definito ‘una grave violazione di una serie di risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu’ il lancio missilistico effettuato da Pyongyang il 29 agosto. Lo riferisce il ministero degli Esteri russo. Allo stesso tempo,  sottolineano da Mosca, Lavrov ha ribadito ancora una volta che non c’è alternativa alla ricerca di metodi politici e diplomatici per il superamento delle tensioni nella penisola coreana e che è necessario astenersi da ogni passo di natura militare che possa portare a conseguenze imprevedibili. Lavrov ha inoltre affermato che la Russia considera controproducente e pericoloso ogni ulteriore rafforzamento della pressione delle sanzioni sulla Corea del Nord. Lavrov e Tillerson hanno inoltre discusso delle situazioni in Siria e nei paesi del Golfo.

 Il missile balistico nordcoreano che martedi’ ha sorvolato il Giappone finendo poi nel Pacifico e’ stato lanciato a metà della sua gittata potenziale: e’ l’ultima ipotesi dei militari sudcoreani contenuta in un’analisi sulla vicenda depositata presso il parlamento di Seul.Il vettore Hwasong-12 a medio raggio e’ partito con un angolo definito ‘normale’ e, malgrado la potenza ridotta, ha seguito la traiettoria di circa 2.700 km con un’altitudine massima di 550 km. Se fosse stato programmato a piena gittata, quindi, avrebbe potuto coprire 4.500-5.000 km. Inconsueta la base di lancio scelta: il campo d’aviazione di Sunan, alle porte di Pyongyang. ‘C’è la possibilita’ di provocazioni strategiche, inclusi i lanci aggiuntivi di missili balistici e un sesto test nucleare’, evidenzia il rapporto, rinnovando i timori sull’imprevedibilità di Pyongyang. Il tutto allo scopo di mostrare i miglioramenti nelle capacita’ sul fronte delle testate nucleari e dei relativi strumenti di consegna. Il Nord, ricorda l’agenzia Yonhap, resta sempre pronto a effettuare la detonazione di un ordigno atomico in ogni momento al sito dei test nucleari di Punggye-ri.

 Questo è solo l’inizio, ‘il preludio’ di quello che succederà a Guam. Tutto il mondo punta il dito contro Pyongyang, ma il regime di Kim Jong-un sembra non curarsene. E di fronte all’ondata di indignazione per l’ultimo test missilistico risponde con nuove minacce agli Usa e all’intera comunità internazionale. Facendosi beffa anche delle Nazioni Unite, che tramite il Consiglio di Sicurezza hanno espresso l’ennesima durissima condanna. La risposta da Washington non si è fatta attendere, anche se appare quanto mai contraddittoria. Non è più tempo del dialogo, non è questa la risposta, ha twittato Donald Trump, lasciando intendere come oramai la speranza di un negoziato sia tramontata e come l’opzione militare stia prendendo sempre più corpo.

Ma a frenare ci ha pensato lo stesso capo del Pentagono: ‘Gli Stati Uniti hanno sempre delle soluzioni diplomatiche’, ha precisato l’ex generale James Mattis ricevendo il ministro della Difesa sudcoreano. Un’ulteriore spia di quanto l’amministrazione Usa sia tutt’altro che compatta sulla strategia da seguire. Con la presa di posizione di Mattis che segue quella espressa nel fine settimana dal segretario di Stato Rex Tillerson, che è sembrato smentire in un’intervista le posizioni più bellicose (almeno in apparenza) del presidente. I venti di guerra continuano comunque a soffiare nel Pacifico, con gli Stati Uniti che in un’esercitazione al largo delle coste delle Hawaii hanno abbattuto con successo un missile balistico a medio raggio, simile all’ultimo lanciato dal regime nordcoreano e che è volato sopra le teste dei giapponesi. Lo stesso tipo di vettore che Pyongyang minaccia di lanciare contro Guam, dove si trova la base militare Usa più grande dell’area.

 

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