Alcuni residenti del quartiere all'esterno del centro di accoglienza di via del Frantoio, in zona Tiburtino Terzo, presidiato dalle forze dell'ordine, Roma, 30 agosto 2017. ANSA/ANGELO CARCONI

Migrante ferito: ‘Non ho lanciato sassi a bimbi’

ROMA. ‘Non ho lanciato sassi contro quei bambini, è quanto avrebbe detto l’eritreo accoltellato durante l’assedio di due notti fa al presidio umanitario di via del Frantoio a Roma. L’uomo, ancora ricoverato in ospedale, negherebbe che ci sia stato un lancio di sassi contro alcuni bambini come raccontato dalla mamma di uno di loro. A quanto ricostruito finora dagli investigatori, tra l’eritreo e il gruppo di bambini c’è stato comunque un diverbio che ha portato alla spedizione punitiva. ‘Ho avuto paura, ma non nutro rancore. Non voglio vendetta’, l’uomo, ancora ricoverato in ospedale con 30 giorni di prognosi, è stato ascoltato ieri dai carabinieri con l’aiuto di un’interprete.

 Una lite in strada tra un migrante eritreo e alcuni bambini per motivi banali si trasforma in periferia a Roma in una spedizione punitiva degli abitanti del quartiere contro un centro di accoglienza della Croce rossa (Cri). L’immigrato viene accoltellato alla schiena. Accade in via del Frantoio, al Tiburtino Terzo, zona difficile non troppo lontana dal centro, alle spalle della stazione Tiburtina, e la tensione torna a salire nella capitale sull’emergenza umanitaria e sociale. Una donna, madre di alcuni dei bimbi ai quali l’eritreo avrebbe lanciato dei sassi, denuncia di essere stata sequestrata per oltre un’ora dai migranti in un vialetto a ridosso del centro, chiuso da due cancelli. Alcuni cittadini raccontano di averla tirata fuori a forza assieme al figlio. La procura per ora indaga per tentato omicidio dell’uomo ferito. Una storia ancora da chiarire nei dettagli, sulla quale indagano i carabinieri, intervenuti la scorsa notte su richiesta degli operatori del presidio umanitario della Cri. Alcuni bambini italiani tra i 7 e i 12 anni, avrebbero avuto un diverbio in strada con l’eritreo, un quarantenne notato spesso a raccogliere cicche di sigarette. ‘Una brava persona’, racconta chi lo conosce. Questi avrebbe tirato loro delle pietre e la madre di uno di loro é intervenuta per difendere un altro figlio piccolo in carrozzina. A questo punto i racconti divergono: la donna sarebbe entrata nel viale che conduce al centro per chiedere spiegazioni, ma sarebbe stata circondata da una cinquantina di migranti e minacciata. ‘Ho avuto paura di morire’, ha detto. Sentendo le sue grida decine di abitanti sono arrivati a darle manforte e nel parapiglia il 40enne eritreo é stato colpito alla schiena con un coltello. Portato all’ospedale Sandro Pertini, ha una prognosi di 30 giorni. Sara’ interrogato.

 

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