‘Il momento è storico. Stiamo entrando nella nuova frontiera della medicina’.
Con queste parole la Food and Drugs Administration ha annunciato l’approvazione negli Stati Uniti della prima terapia genica antitumorale.
Parliamo di un nuovo trattamento antitumorale basato sulla tecnica della cosiddetta terapia genica, ovvero di un farmaco costituito da cellule del nostro sistema immunitario (linfociti T) che vengono modificate geneticamente. In pratica viene modificato il linfocita che riesce a riconoscere le cellule tumorali e a distruggerle. Il recettore e’ conosciuto con la sigla Car ed e’ tipico di alcuni tipi particolari di tumori, come, per esempio, il linfoma Non Hodgkin, alcune leucemie. Sono farmaci che sono in fase di sperimentazione clinica ormai da qualche anno e questi risultati cosi’ incoraggianti fanno pensare che la strada intrapresa sia quella giusta.
La terapia genica è un processo che consente di utilizzare il nostro stesso sistema immunitario per aggredire il tumore: ‘Nella maggior parte dei casi si tratta di cellule che vengono prelevate dal paziente stesso e che poi, dopo essere state opportunamente modificate geneticamente, vengono re-iniettate nel paziente’.
L’intera operazione dura all’incirca 22 giorni. Traducendo tutto il processo in dollari si arriva alla cifra record di 475 mila dollari, che rende il tisagenlecleucel il farmaco più caro del mondo.
La terapia di Novartis è indicata per quei pazienti che non hanno risposto alle cure standard. Secondo i dati epidemiologici, negli Stati Uniti ci sono circa 3.100 nuovi casi di leucemia linfoblastica acuta ogni anno. Il 70 per cento di questi risponde alla tradizionali terapie. Il resto, qualche centinaio di pazienti, fino a oggi restava senza speranze di guarigione.
Kymriah, aveva già ricevuto il parere positivo da parte di un panel di esperti lo scorso luglio, ha tutte le carte in regola per venire considerato un farmaco capace di salvare la vita: il trial clinico che ne ha dimostrato la sicurezza e l’efficacia si è concluso con l’83 per cento dei pazienti completamente guariti entro tre mesi di terapia con una sola dose del farmaco.
Moreno Manzi