“Non c’e’ alcuna volontà di creare polemiche o di arrivare a fratture ma la decisione è presa e noi proseguiremo, come abbiamo annunciato, su entrambi i fronti”. Il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, non fa marcia indietro sulla revisione delle tariffe per la tassa per il permesso di soggiorno degli immigrati e la custodia dei detenuti in celle di sicurezza. “Riccardi mi ha telefonato e mi ha invitato ad una riflessione comune che ho subito condiviso – aggiunge il responsabile del Viminale – sul pagamento di questa tassa e così abbiamo deciso di riesaminare la situazione soprattutto per quanto riguarda alcune fasce di reddito particolari o difficoltà che si possono creare all’interno delle famiglie”. Le critiche del vice capo della polizia, Francesco Cirillo, sulle difficoltà per le forze dell’ordine nello gestire le celle di sicurezza non la preoccupano più di tanto. Tanto che giudica le parole del super poliziotto come “un eccesso di emotività, si è fatto trasportare”. Stesso discorso vale per le polemiche sollevate dalla Lega Nord. Anche sulla riduzione della tassa per il permesso di soggiorno non si torna indietro. La Cancellieri dice di voler “verificare personalmente gli effetti di questo provvedimento” e annuncia che ci sarà una consultazione con il Ministero dell’Economia per definire una “somma sostenibile e non vessatoria come invece potrebbe diventare con i criteri attuali”. “Non dobbiamo rischiare che gli stranieri regolari che pagano le tasse e hanno avviato il percorso di integrazione – aggiunge il ministro dell’Interno – rientrino nell’illegalità”. Ma il sindaco di Verona, il leghista Flavio Tosi, non ci sta e ritorna all’attacco della Cancellieri. “Abolire questa tassa sarebbe discriminatorio e significherebbe privilegiare una categoria di cittadini a scapito di altre. E’ una scelta demagogica e sbagliata. Una scelta tutta politica, che un governo tecnico non avrebbe dovuto prendere”.
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