Alessandro Giorgetti nella sua ultima opera perfora con i falli la tela ‘perché l’arte è morta e c’è bisogno di fecondarla’. Vittorio Sgarbi nel suo spettacolo parla di giorni funesti e del declino dell’arte odierna, dando ragione all’astrattista…
‘L’arte è morta e bisogna fecondarla di nuovo’, la giustificazione dell’artista.
Per Giorgetti l’arte è morta per l’assenza di genialità e creatività, visto che tutto è ormai una ripetizione di ciò che già esiste.
Falli che spuntano dentro ai buchi bruciati del suo ‘The Hole’, per ricordare al mondo come si fa a procreare, ed a generare arte vera, nuova, mai vista.
E Sgarbi, che già di nudo maschile aveva vestito la sua combattuta critica, non poteva non appoggiare e dare supporto alla performance di un Giorgetti esasperato, che vuole a tutti i costi fecondare quell’arte morta, di genialità e di molto altro, con un atto estremo, e cioè con l’uso del fallo nel suo compito più naturale, ovvero quello della fecondazione.
Una battaglia condivisa idealmente dal noto critico visto che nel suo spettacolo a Milano agli inizi di ottobre ha pronunciato la frase ‘l’arte sta morendo, fecondiamola’.
Un’affermazione che i più attenti hanno notato quanto sia riconducibile all’artista Alessandro Giorgetti visto che caratterizza il suo nuovo progetto, ‘The Hole’.
Una coincidenza particolare, che parla di giorni funesti per l’arte di oggi, e anche se non fa nomi il noto critico cita l’artista Alessandro Giorgetti, accortosi anche lui dello stato moribondo dell’arte di oggi e che per questo ha bisogno di un segnale forteper risvegliare le coscienze ed il mondo.
Tranne uno, dice tra le righe Sgarbi senza far nomi, quasi volesse assicurarsi di vedere con i propri occhi prima di credere:
‘C’è un solo artista in Italia, uno solo, che ha capito che l’arte sta morendo, e che sta cercando di ridarle vita, fecondandola. Ha ragione, anzi, è già morta. Fecondiamola!’, dice Sgarbi durante il suo spettacolo.
Indubbiamente due personalità vivaci quelle di Vittorio Sgarbi e Alessandro Giorgetti, con due ruoli differenti, ma che si coalizzano e la vedono nello stesso modo, avendo entrambi capito lo stato comatoso dell’arte contemporanea.
Decisamente da non sottovalutare il loro punto di vista, singolare ed allarmante.
Non c’è più tempo. L’arte contemporanea deve rinascere, ora.
Altrimenti, dopo i falli incorniciati, cosa dobbiamo aspettarci ancora?
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