Fino al 29 ottobre al Teatro India di Roma Eleonora Danco firma e interpreta ‘dEversivo’

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Barbara Lalle il seguente articolo:

 

‘dEVERSIVO’ è un atto unico di settanta minuti, scritto diretto e interpretato da Eleonora Danco con la produzione del Teatro di Roma. Lo spettacolo rappresenta la messa in scena di un’artista che rappresenta se stessa la vita del performer e le sue contingenze. Il regista che sta preparando e dirige il suo spettacolo, che non sa cosa dire ai tecnici, non vuole farsi le foto di scena e necessita di quattro giorni di prove, l’autore che si perde nel supermarket, con  i produttori arroganti che indugiano in una compiaciuta celebrazione di loro stessi ed il padre che dice ‘hai fallito con questo teatro, trovati un lavoro vero’.

Questi diversi personaggi vengono messi in relazione e interconnessione con lo spazio e il tempo. Lo spazio fisico è un palcoscenico nero semivuoto, riflettori che illuminano le singole parti e una scenografia minimalista fatta di sedie Lo spazio rappresentato è Roma, una città dove il casino urbano è in sospensione. Dove succedono cose sbilanciate e divertenti ai personaggi che, inevitabilmente, vengono fagocitati e influenzati da un blob metropolitano degradato, smembrato, magnifico e terribile al tempo stesso.

Roma che nel frattempo è cambiata, tra incubo e bellezza, con il suo centro storico fatto di bar, pizzerie e ristoranti, i suoi abitanti di etnie e mestieri diversi, un sottobosco di figure-ombre che si spostano dalle periferie verso il centro, nei meandri della capitale, nelle sue piazze e nei suoi mercati.  Lo spettatore viene catapultato in una sorta di tempo presente dove l’artista chiede i soldi al proprio padre per pagare le ricariche, dove gli imprenditori dello spettacolo sono potenti e ognuno di loro è una persona egoriferita.  Una dimensione non definita dall’attualità, dalla cronaca e dall’agenda politica.

Mediante i pezzi dei vari testi emerge una visione fluttuante, intima e contemporanea dove i vari elementi non sono armonizzati tra loro. Le nevrosi si ripetono ossessivamente. Il rapporto spazio/tempo dell’individuo subisce una mutazione passando, dalla percezione di eternità, tipica della fase adolescenziale, alla consapevolezza adulta della brevità della vita.   La rielaborazione di un bi-sogno espressivo è in rapporto diretto, e in proporzione,  con la realtà e le sue dinamiche sociali, ma arriva comunque un momento di distacco e il destino dell’artista è compiuto. Emerge così la sua solitudine per mantenere un livello alto nel rapporto con le varie energie. Il lavoro dell’artista risulta essere un processo violento, di forte impatto e responsabilità.

Il testo di Eleonora Danco è fisico, a ispirare il suo lavoro è stato anche Robert Rauschenberg, pittore e fotografo americano vicino alla pop art. Nelle sue opere creava armonia con i pezzi di scarto. I personaggi, le storie,  Roma,  sono come dei quadri e  non c’è una trama costruita in modo organico. Mediante la tecnica del flashback, riemergono con un costante flusso e ritmo di parole tanti frammenti di metrica quotidiana, quasi come se fosse un’esigenza di liberarsi dal proprio materiale di artista per farlo vivere in modo autonomo distaccandosene.

Barbara Lalle

 

Foto di Futura Titta Ferrante

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