‘Heretico’, teatro in musica tra ‘nulla’ e ‘fede’

Andrà in scena dal 6 novembre prossimo  al Teatro India di Roma  ‘Heretico – dopo questo apparente nulla’, della compagnia Leviedelfool che, tra religione e scienza, ha portato in scena sette tracce musicali e altrettanti capitoli abitati da tre interpreti e una danzatrice, attorno a unico movimento tematico antidogmatico e antireligioso che ci prepara al giorno in cui ogni religione ci apparirà ‘per ciò che realmente è: un insulto all’intelletto umano’. Uno spettacolo che che parla della religione cristiana e ne traduce i dogmi e il culto in un linguaggio scenico che intreccia danza, visione e parola Sette capitoli percorsi da una drammaturgia semplice per scansare l’errore di fondare nuove fedi nel tentativo di distruggere quelli esistenti. Sette come i candelabri d’oro, i sigilli e gli squilli di tromba descritti dalle allucinazioni di Giovanni nel libro dell’apocalisse. Dalla creazione alla fine del mondo il Cristianesimo, come altre religioni, racconta la storia dell’uomo attraverso ‘supposizioni fantasiose, facendo leva sul sentimento umano più antico del mondo: la paura. La paura della fallimentare ricerca di un senso che dia significato al caso. Ogni culto, un raggiro. Ogni dogma, una risposta imbarazzante. Ma nonostante questo, la fede religiosa resta così salda che neppure preti, teologi, vescovi e cardinali sono riusciti a sradicarla dal cuore degli uomini e ancora oggi, alimentata da una Chiesa portatrice di una morale deformata, restando una comoda alternativa al pensiero e alla fatica dell’indagine’, come annota il drammaturgo e regista Simone Perinelli E così, da questo punto di vista,   la naturale tensione dell’uomo verso l’infinito diviene urgenza di conforto, di aldilà, di risposte pret à porter, di quel Dio che sfocia in una religione che è oppio per la mente; tanto che il bisogno di credere nasce, si moltiplica, diviene contagioso e finisce per dividerci e portarci ad ucciderci l’uno con l’altro.

Così può accadere che in un attimo di lucidità riusciamo a vedere la grande bugia dipanarsi attorno a noi, tanto grande da divenire nel tempo cultura e culla di civiltà.

Lo spettacolo si inserisce nel percorso di Stagione Trittico delle religioni, un affondo nel complesso rapporto tra le fedi religiose e il mondo odierno, con uno sguardo alle radici della nostra civiltà   La religione è uno degli aspetti maggiormente caratterizzanti l’identità di ciascun popolo, capace di generare conflitti ma anche iconografie attorno alle quali, nel corso del tempo, si sono costruite aggregazioni e sentimenti di appartenenza.

Il tema della fede è centrale   nella filosofia, che ne ha cercato di comprendere il significato,   ma anche nella sociologia moderna che a partire dal XX Secolo ne ha seguito la diffusione nella società e le ricadute su di essa. Uno dei fenomeni ravvisati con maggiore interesse nell’ultimo secolo è senza dubbio la secolarizzazione della società contemporanea. Di tale aspetto dell’essenza religiosa della società ne hanno scritto, parlato e dibattuto importanti studiosi, sociologi e non, dei quali vale la pena citare Nietzsche, che nella ‘Gaia scienza’ anticipava di alcuni decenni un leitmotiv, che sarebbe stato poi ripreso durante tutto il secolo. Il filosofo tedesco affermava: ‘Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso! Come ci consoleremo noi, gli assassini di tutti gli assassini? Quanto di più sacro e di più possente il mondo possedeva fino ad oggi, si è dissanguato sotto i nostri coltelli; chi detergerà da noi questo sangue?’, intravedendo nella laicizzazione della società l’aspetto caratterizzante lo sviluppo futuro della società.

Uno dei fenomeni ravvisati con maggiore interesse nell’ultimo secolo è senza dubbio la secolarizzazione della società contemporanea intravedendo nella laicizzazione della società l’aspetto caratterizzante lo sviluppo futuro della società  che ha come contraltare una perdita del sentimento religioso    La fede religiosa, circoscrivendo il fenomeno ad una specifica realtà come l’Italia, può essere osservata attraverso  i dati forniti dal sondaggio effettuato dall’Eurispes per il 28° Rapporto Italia sulla relazione tra gli italiani e la fede. Innanzitutto si può riscontrare che, a fronte di un calo della fiducia nei confronti delle istituzioni religiose rispetto all’anno precedente (52% nel 2015, contro il 62,5% del 2014) il 71,1% degli intervistati si dichiara cattolico credente, valore tuttavia in diminuzione rispetto al 75,2% del 2014; questi dati indicano senza dubbio che la fede religiosa è ancora preponderante nella vita del nostro Paese, sede per eccellenza della fede cattolica. Tuttavia la percentuale dei praticanti risulta essere quasi dimezzata rispetto a quella dei non praticanti (25,4% contro 45,7%).

Significativa può inoltre essere l’analisi dei dati disaggregati per fasce d’età, che consente di capire quale potrebbe essere l’evoluzione futura dei percorsi della fede nella nostra società. Dai dati emerge che tra le persone più mature (di età superiore ai 65 anni) si registra il 75,8% di cattolici, seguiti dai 45-64enni (72,4%). Seguono i più giovani dai 25 ai 34 anni (70,8%), quindi i 18-24enni (66,4%) e, in ultimo, i 35-44enni (65,9%). Tuttavia fra i più giovani si registra il numero più esiguo di credenti praticanti (13,5% tra i 18-24 enni), dato rilevante anche tra i 25-34 enni. Valutando quindi i dati forniti dal sondaggio Eurispes, si può affermare che la religione, almeno in Italia, non è affatto scomparsa.

 Semmai è possibile individuare percorsi differenti che la fede si costruisce: percorsi diversi da quelli predominanti nel passato, individuali e privatizzati e che ben si adattano alla struttura liquida della società moderna  In altre parole può essere legittimo pensare ad una connessione tra il crescente numero dei credenti non praticanti  ed un abbandono delle forme religiose istituzionali e tradizionali, a favore dell’affermarsi della dimensione soggettiva del rapporto con i culti religiosi Risulta  infondata  la teoria che  pensa ad un mondo privo di culti nonostante la globalizzazione e l’affermarsi della cultura del consumismo e del fast food, di una modernità che si pensava avrebbe messo all’angolo ogni forma di spiritualità Ben 7 italiani su 10 si professano cattolici credenti; forse non vi è modernità che tenga al tentativo, per cui  l’uomo si adopera sin dalle sue origini, di spiegare l’inspiegabile e di tendere a ciò che va oltre la sua capacità sensoriale: Dio non è ancora morto per adesso e probabilmente la sua scomparsa avverrà quando l’umanità smetterà di porsi problemi Circostanza altamente improbabile…

Dal 6 all’8 novembre al Teatro India di Roma

‘Heretico
Dopo questo apparente nulla’
uno spettacolo di
 Leviedelfool
drammaturgia e regia Simone Perinelli

con Claudia Marsicano, Elisa Capecchi, Daniele Turconi, Simone Perinelli
aiuto regia e organizzazione Isabella Rotolo – musiche originali di Massimiliano Setti

disegno luci e scene Fabio Giommarelli – progetto audio e tecnico del suono Niccolò Menegazzo

Costumi Labàrt Design – foto di scena e progetto grafico Manuela Giusto

Un ringraziamento per la disponibilità e i suggerimenti a Roberto Castello

Produzione Gli Scarti – FuoriLuogo in coproduzione con Fabbrica Europa, Armunia, Triangolo Scaleno Teatro – Teatri di Vetro e con il sostegno di PimOff Straligut Teatro, Teatro Era – CSRT, NTC Nuovo Teatro delle Commedie

Roberto Cristiano

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