Un nuovo attacco kamikaze ha colpito ieri sera la Siria, provocando la morte di 26 persone. 63 sono invece i feriti. Il regime di Damasco ha puntato il dito contro gli esponenti dell’opposizione definendoli “terroristi”, mentre 17 civili sono morti per mano delle forze dell’ordine in un’altra giornata di proteste pro-democrazia in tutto il paese.
Nel frattempo, si è registrata la prima defezione da parte di un generale dell’esercito di Bashar al-Assad, Mustafa Ahmad Al-Sheikh, annunciata dallo stesso militare in un video trasmesso da Al Jazeera. Dal generale è arrivato un appello ai soldati siriani perché passino dalla parte dei manifestanti.
Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon si è detto “profondamente preoccupato dalla situazione in Siria, dove migliaia di persone – ha constatato – sono morte da marzo dell’anno scorso e altre vengono uccise ogni giorno”. Ban ha ribadito che “ogni forma di violenza è inaccettabile e deve cessare immediatamente”.
“Un kamikaze si è fatto esplodere alle 10:55 nel quartiere di al Midan a Damasco, un quartiere densamente popolato” facendo 26 morti e 63 feriti, ha confermato l’agenzia di stampa ufficiale Sana citando il ministro dell’Interno, generale Mohammed al-Shaar. Le immagini crude trasmesse dalla tv siriana hanno mostrato resti di cadaveri, finestrini di un autobus frantumati, macchie di sangue e diverse auto danneggiate e bruciate. Sempre la televisione ha fatto sapere che i funerali ufficiali e pubblici sono previsti oggi dopo la preghiera del pomeriggio alla moschea Hassan, proprio nel quartiere popolare di al Midan.