Contributi colf e bandanti, accertamenti in arrivo

L’Inps comunica che sono in arrivo avvisi di accertamento per mancato pagamento dei contributi per i lavoratori domestici, colf o badanti. Lettere destinate ai datori di lavoro inadempienti per almeno un trimestre tra il quarto trimestre 2012 e il 2013. Qualora il datore di lavoro non ritenga dovuti i contributi indicati,  si legge sul sito dell’istituto, è possibile effettuare la contestazione del provvedimento tramite contact center al numero 803.164 (gratuito da rete fissa) oppure 06.164.164 da rete mobile, oppure anche tramite il servizio online o attraverso il modulo prestampato di autocertificazione allegato al provvedimento inviato dall’Inps.

  Il modulo consente infatti di autocertificare la pregressa comunicazione della cessazione del rapporto di lavoro così come l’avvenuto pagamento dei bollettini.
 Nel caso in cui il datore di lavoro abbia già comunicato la fine del rapporto di lavoro, può inviare copia della ricevuta di comunicazione, oltre che tramite i canali sopra indicati, anche via fax al numero verde gratuito 800.803.164,  ricorda l’Inps che, in questo modo, potrà chiudere il rapporto di lavoro ed eventualmente annullare l’avviso inviato.

 In questi casi, sarà ritenuta valida l’originaria data di comunicazione della cessazione del rapporto di lavoro e pertanto non sarà dovuta alcuna sanzione amministrativa.

Moltissime famiglie, spiega all’Adnkronos Teresa Benvenuto, segretario nazionale Assindatcolf, chiedono spiegazioni in merito a tali avvisi di accertamento, inviati magari anche per rapporti di vecchia data (conclusi nel 2006) e quindi per importi molto elevati. A tutte queste famiglie che, per ovvi motivi, stanno vivendo momenti di grande tensione, vogliamo mandare un messaggio distensivo: si tratta di accertamenti di routine, atti a verificare eventuali vuoti contributivi riscontrati sul sistema, talvolta dovuti a periodi di sospensione dell’attività come avviene per permessi non retribuiti o maternità, o nel caso in cui non fosse stata correttamente registrata la cessazione dello stesso rapporto di lavoro.

Nessun allarmismo – si legge sul sito dell’Associazione – perché per bloccare il procedimento bonario basterà produrre una dichiarazione di responsabilità, anche nel caso in cui non si avesse più a disposizione la vecchia documentazione.

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