Lavoro e legge Fornero…

Sulla legge Fornero ora la sinistra recita il mea culpa. E lo fa con Landini da Palermo e la Camusso  per le strade di Roma durante la mobilitazione nazionale sul lavoro indetta dalla Cgil  in cinque piazze d’Italia: ‘Quando nel 2011 l’allora governo Monti decise di intervenire drasticamente sulle pensioni si è aperta una ferita. Allora il sindacato unitariamente si è limitato a tre ore di sciopero. Oggi bisogna riconoscere che abbiamo commesso un errore a non contrapporci a quella riforma sbagliata’,  ha affermato il segretario confederale della Cgil, Landini, parlando dal capoluogo siciliano: ‘Ci hanno detto che era necessario intervenire sulle pensioni, cancellare l’articolo 18, abolire le province e avremmo risolto tutti i nostri problemi. Tutte queste cose sono state fatte ma la situazione continua a non girare, anzi disoccupazione e precarietà sono aumentate. I risultati di quelle politiche sono sotto gli occhi di tutti: la disoccupazione, soprattutto quella giovanile, è a livelli insopportabili soprattutto al Sud, i conti non tornano e le diseguaglianze sono cresciute’.

Il sindacato per non disturbare il governo Monti che  volle approvare a tutti i costi la legge Fornero: ‘Siamo in piazza perché non c’è l’attenzione che deve essere data al lavoro; perché il governo ha disatteso l’impegno che aveva preso con noi un anno fa; perché bisogna dare una svolta sulla qualità del lavoro; perché bisogna pensare al futuro di questo paese in particolare ai giovani, alle donne ai quali continuano a non venir date risposte.  Gli impegni disattesi si riferiscono all’accordo che si fece nel settembre dell’anno scorso con il governo che prevedeva la definizione di norme previdenziali per le lavoratrici, per i giovani; impegni per rivedere una legge profondamente ingiusta’, afferma Susanna Camusso.

La Fornero si dice distrutta vedendo il film sugli esodati. Le sue lacrime in tv al momento della riforma delle pensioni divennero un’immagine quasi iconica della crisi italiana.

Ora l’ex ministro delle Riforme Elsa Fornero è tornata a confrontarsi col tema degli esodati, il più evidente effetto collaterale della misura. E’ accaduto a Torino, dove la Fornero ha assistito alla proiezione del film ‘L’esodo’ di Ciro Formisano, incentrato sui volti e le voci di chi improvvisamente s’è ritrovato senza lavoro e senza pensione.

 Vorrebbe andar via, ma alla fine si ferma per un piccolo confronto nella sala della Cascina Roccafranca. Dove non rinuncia ad una articolata autodifesa del suo operato.

Ciò che davvero le brucia, viste le previste conseguenze della riforma, è l’essere stata lasciata da sola, anche nel ricordare il contesto disastroso dei conti pubblici del 2011: ‘Che stupidi questi professori a credere che fosse necessario far qualcosa per salvare il Paese. Dovevamo pensare che avesse ragione Berlusconi, i ristoranti erano pieni e dovevamo continuare a indebitarci, ma avremmo fatto la fine della Grecia che oggi sta peggio dell’Italia’.

Di fronte a una platea ostile ma civile ha sottolineato: ‘Pensavo potessimo fare il bene del Paese, però il partito Democratico, cui pur non essendo mai stata iscritta facevo riferimento, mi ha sempre impedito di spiegare la nostra posizione. Nelle loro feste durante il corso del governo tecnico non mi hanno mai invitato per spiegare le ragioni della mia riforma’.

Infine, il congedo: ‘Non farò più il ministro, nemmeno se qualcuno me lo venissero a chiedere in ginocchio’. Una preghiera già esaudita da un pezzo…

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