Con buona pace del Rappresentante Federica Mogherini appare inequivocabile che la tanto discusse iniziative del Presidente del Presidente Trump generano una reazione che tende a far nascere un’identità internazionale Europea, fino ad ieri inesistente. Ed è il capo della Casa Bianca, con le sue infauste ricadute dell’America first, a mettere l’Europa davanti allo specchio della sua storia, e a costringerla a crescere. Infatti l’Europa senza accorgersene è diventata un indispensabile fattore di equilibrio nel disordine mondiale, che Trump cavalca con la stessa caparbietà e non arrendevolezza che hanno reso efficace la sua campagna elettorale che lo ha portato alla Casa Bianca.
Una volta si era portati a pensare quando andavano male le cose negli USA, l’Europa ne pagava le pene. Oggi appare l’esatto contrario: ogni volta che l’America si allontana dai suoi alleati europei (che restano, beninteso, sempre tali) è l’Europa che appare più unita, mentre l’America rivela le sue profonde divisioni politiche, sociali e culturali. Gli assist favorevoli che Trump ha fatto all’Europa sono, ormai, numerosi. Il primo fu la dissociazione degli USA dagli accordi sull’ambiente: Gli europei si compattarono e criticarono all’unisono la scelta di Washington. Poi il ritorno del protezionismo. Per non parlare di quando descrisse la NATO obsoleta e chiese agli alleati Europei contributi finanziari più consistenti: i paesi dell’Alleanza Atlantica fecero ancora una volta fronte comune dichiarando che la NATO era ancora necessaria e che erano disponibili a pagare di più ma non nei modi e nei tempi richiesti da Trump. Infine ad Ottobre il presidente USA rifiutò di certificare il rispetto degli accordi, da parte dell’Iran, sul nucleare conclusi a Vienna nel 2015, sotto la presidenza Obama. Ma gli europei insorsero contro i pericoli, che la decisione degli Stati Uniti comportava per il mondo intero, e non esitarono a schierarsi al fianco della Russia e Cina.
Da poche ore il mondo si trova di nuovo difronte ad una discussione unilaterale e isolata dell’equilibrio della Casa Bianca: il riconoscimento di Gerusalemme quale capitale d’Israele e il conseguente trasferimento dell’ambasciata USA, da Telaviv a Gerusalemme. Questo modo di essere nuovo e diverso dai suoi predecessori, (ma soprattutto da Obama) preoccupa non poco gli europei, ma non li induce al silenzio. La dichiarazione comune datta dall’ONU, da italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Svezia è solo l’inizio di un fronte comune europeo, che presto potrebbe ingrassarsi e che esprime in modo forte il dissenso europeo contro la linea politica americana.
Mai gli USA si sono trovati tanto isolati e rischiano di rimanere tali, fino a quando e se sarà presentato un piano di pace accettabile. L’Europa è contraria e lo ha detto a gran voce. Era mai stata così unita su tante decisioni da perdere? Certamente le occasioni offerte da Trump all’Europa sul piano Internazionale non riusciranno a guarire l’UE dai suoi malanni interni. Cruciali saranno la formazione del prossimo governo tedesco e il rilancio dell’asse Parigi-Berlino, e il contenimento dell’eventuale effetto destabilizzante che potranno avere le elezioni italiane. La partita è tutta da giocare, ma una cosa è certa l’Europa per il futuro potrà ancora contare a lungo sul suo fornitore Donald Trump.