Il ‘Balletto di Mosca’ ha messo in scena al Teatro Brancaccio di Roma la ‘Cenerentola’ di Charles Perrault

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, le impressioni su ‘Cenerentola’ andato in scena al Teatro Brancaccio di Roma il 9 e 10 dicembre.

Il Balletto di Mosca propone la ‘Cenerentola’ con le musiche di Prokovev e la coreografia di Zacharov che ha esordito nel 1945 al Bolshoi di Mosca: il libretto di Volkov, tratto dall’omonima celeberrima fiaba di Charles Perrault è noto a tutti per raccontare le miserie e i soprusi di una ragazza vessata dalla matrigna e dalle sorellastre fino alla realizzazione del suo sogno romantico con l’incontro con il principe  Ciò che più mi premeva di rendere con la musica di ‘Cenerentola’,  diceva Prokovev, era l’amore poetico tra lei ed il principe, la nascita ed il fiorire del sentimento, gli ostacoli su questa via, la realizzazione di un sogno. Ho cercato di far sì che lo spettatore non rimanga indifferente alla sventura e alla gioia. Ho composto Cenerentola nel solco della tradizione del balletto classico russo  All’insegna dell’Avvento e delle sue atmosfere, il teatro Brancaccio ha offerto al suo pubblico un week end composto da due proposte nel solco della tradizione: ‘Lo Schiaccianoci’ di Čajkovskij unica recita il 9 dicembre alle ore 17,  oltre a ‘La Cenerentola’.

 Il Balletto di Mosca ‘La Classique’ come da sua robusta vocazione, ha riproposto un allestimento fedele alla ‘Cenerentola’ originale.

Non c’è ricerca né contaminazione con  altri generi, questa Cenerentola è uno spettacolo che può mettere d’accordo la nonna ottantenne con la nipotina di sette. Piace anche a me che normalmente apprezzo e ricerco altro.

Il balletto di Mosca già dal nome, è un avamposto, una corporazione diplomatica della tradizione ballettistica russa, quindi, può esserle facilmente perdonato il classicismo della sua messinscena  Il Bolshoi e il Brancaccio, due B per la stessa coreografia: quella di Zacharov che ha esordito nel 1945 a Mosca e che dopo 72 anni è sempre impeccabile nelle linee e fresca.

Il libretto di Volkov ripercorre le vicende di Cenerentola, la popolare protagonista nata dalla penna di Charles Perrault, autore della fiaba più deliziosa, matrimoniale e maschilista, di tutti i tempi.

I costumi sono ricchi e curati,  con un’impronta tendenzialmente settecentesca che pero’ lascia intravedere delle rielaborazioni più contemporanee.

I colori  vividi e i ricami  guizzanti, le parrucche rosa e celesti come fosse zucchero filato rock,  rimandano alla Maria Antoinette del film di Sofia Coppola.

I fondali sono belli e curati, si muovono ricreando ambienti: il castello, un cancello, il focolare di cenerentola. Un guizzo di innovazione tecnologica si realizza quando viene proiettato il pendolo di mezzanotte Bravi i ballerini che, senza essere dei mostri sacri, anche nelle pantomime risultano gradevoli,  oltre che nella danza. Molto graziosa la piccola Cenerentola, una danzatrice piccolina giovane e leggera. Mi sono sembrate adeguate le scelte del cast: le fisicità di ogni ballerino per il suo ruolo, la matrigna, le sorellastre e Cenerentola.

La Cenerentola del Balletto di Mosca ha superato la prova, anche quella della mia famiglia. Lo consiglio quando tornerà a Roma a chi vuole vedere un messa in scena classica, a chi è reazionario nei gusti come mia madre, ai bambini, come mia figlia, per avvicinarli al teatro e alla danza  Gli allestimenti concettuali non sono proprio indicati a chi, come me, ha piacere a passare un sabato in famiglia.

Barbara Lalle

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