Melegatti, torna l’incubo?

Ci si aspettava il ‘miracolo di Natale’ per la Melegatti e in parte è stato così. Grazie ai 6 milioni di euro del fondo maltese la produzione della storica azienda veronese in gravissime difficoltà finanziarie è ripartita a fine novembre. La campagna social ha fatto il resto, vendendo un milione e mezzo tra pandori e panettoni. Ora si va avanti, ma la strada è ancora lunga e non senza intoppi. La fabbrica veronese, creata nel 1894, da Domenico Melegatti, che inventò la ricetta del pandoro, è ancora in concordato con riserva.

Dopo la ripresa della produzione, l’annuncio di un possibile ritorno della cassa integrazione ha fatto temere il peggio. Il primo obiettivo di un milione e mezzo è stato raggiunto,   dice all’Adnkronos Paola Salvi, segretaria della Flai Cgil di Verona, ma per ci vuole ancora un po’ per uscire dal tunnel. In fabbrica lavorano oggi e domani per chiudere il cerchio rispetto agli impegni presi, poi, spiegano dal sindacato, la Direzione ha già pronto il piano di Pasqua, che partirà però dopo l’Epifania. Ci sarà uno stop, quindi, ma nessuna sorpresa. Da mercoledì alcuni lavoratori non saranno più impegnati e non hanno più ferie, che hanno usato nei due mesi in cui l’azienda è stata chiusa, quindi, si aprirà una cassa integrazione per qualche settimana per poi partire con la produzione di Pasqua. I soldi verranno anche anticipati senza dover attendere i tempi tecnici dell’Inps. Non è stata una sorpresa. Natale è andato bene, ‘l’affetto è stato straordinario’, ora non ci abbandonate.

Ci vorrà ancora un po’ di tempo, insomma, per vedere se la Melegatti riuscirà a uscire dal guado. E i lavoratori ne sono consapevoli. ‘Sappiamo che a #Natale i problemi finanziari non saranno risolti, ma sarà un inizio’ si legge, seguendo le mille attestazioni di solidarietà in viaggio su Twitter con l’hashtag #NoisiamoMelegatti.

‘Salva il lavoro, mangia un pandoro’, cinguettano, facendo un selfie di coppia con pandoro e albero addobbato. La caccia non è semplice. ‘Ti stiamo cercando anche a Prato, ti avremo’, ‘L’abbiamo trovato, è sugli scaffali del ..’,’Noi li compreremo anche dopo il 25 dicembre’, ‘Presi e non saranno gli ultimi’ e, ancora, ‘A #Natale #NoiSiamoMelegatti, ma anche a Capodanno e se rimane (il panettone) anche a Pasqua’.

Per sapere se ci sarà un lieto fine o meno per i 300 dipendenti, 90 fissi e gli altri stagionali, bisognerà aspettare almeno fino a dopo Pasqua. Gli stipendi pregressi, maturati fino al mese scorso, sono bloccati per la procedura del Tribunale come tutti i crediti,  precisa la Flai-Cgil -. Con la partenza della produzione, il 7 di dicembre è stato pagato lo stipendio di novembre e il rateo della tredicesima, e il 25% di quello di dicembre. Attendiamo questa settimana l’altro quarto dell’assegno. Stiamo andando a step perché si può pagare rispetto alla produzione e al lavoro che si fa, siamo infatti sotto il controllo del tribunale’. Il 7 novembre, infatti, è stata depositata la proposta di ristrutturazione del debito. Entro la prossima primavera bisognerà capire se i creditori accetteranno il piano di rientro e si saprà, solo allora, se la favola social dei lavoratori Melegatti avrà il meritato lieto fine.

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