La Corea del Nord non è una minaccia solo per i missili e l’atomica, ma anche per un arsenale adatto a una guerra biologica. Sono gli 007 americani a rilanciare, sì perché lo avevano già lo avevano lanciato alcuni anni fa, l’allarme.

Pare infatti che il regime di Pyongyang negli anni non abbia solo coltivato la passione nucleare, ma anche batteri di antrace, colera e peste, e che possa arrivare velocemente ad una produzione industriale di agenti patogeni. Secondo il Washington Post, che ricorda come già nel 2006, ben cinque mesi prima del primo test nucleare del Nord, l’intelligence Usa stilò un rapporto, poi inviato al Congresso in cui si parlava dei lavori segreti su un’arma biologica nordcoreana.

Agli 007 però mancano le prove. ‘Che i nordcoreani abbiano agenti biologici è noto’, ha spiegato una fonte: ‘Ma rimane la domanda: perché hanno acquisito materiale e sviluppato le tecnologie ma ancora non hanno prodotto le armi?’. . A suo parere le nuove strutture produttive sono ben camuffate all’interno di impianti dell’industria civile.

Il nuovo allarme arriva mentre Corea del Sud, Usa e Giappone hanno dato il via alla due giorni di manovre congiunte finalizzate alla rilevazione di missili nemici. E con le imminenti olimpiadi invernali di PyeongChang in Sud Corea, in programma nel febbraio 2018.

Ma proprio le Olimpiadi invernali potrebbero far spostare le esercitazioni militari di Seul e Washington, a causa della sovrapposizione tra i due eventi.

Sempre nell’ottica di regime, che vuole una Corea del Nord forte militarmente, a Pyongyang si è tenuta l’ottava edizione della ‘Conference of Munitions Industry’ finalizzata a esaminare traguardi ed esperienze raggiunti negli armamenti e di discutere le misure per ‘accompagnare lo splendore’ dell’industria della difesa, salita al rango di potenza militare nucleare grazie al patriottismo e all’irriducibile spirito di offesa del leader Kim Jong-un.

L’agenzia Kcna ha precisato che alla conferenza ha partecipato Kim insieme a Thae Jong-su, vice presidente del Comitato centrale del Partito dei Lavoratori, e a scienziati e tecnici che hanno lavorato al successo del missile balistico intercontinentale Hwasong-15, lanciato il 29 novembre.

Da Washington sembra quasi arrivare una risposta alla Corea del Nord, proprio oggi il presidente americano Donald Trump ha firmato il budget militare che porterà all’esercito Usa 700 miliardi di dollari, in cui sono inclusi i fondi per finanziare il programma missilistico di difesa contro la minaccia rappresentata della Corea del Nord. Anche se il tycoon dovrà attendere che il Congresso abolisca una legge del 2011 che blocca le spese per la difesa Usa a 549 miliardi di dollari. I repubblicani vogliono eliminare il tetto ma solo per le spese militari, mentre i democratici chiedono di togliere il limite ai fondi federali anche per altri settori.

Mentre il mondo guarda alle sorti della crisi tra Corea del Nord e Usa, il leader nordcoreano Kim Jong Un sta esultando per il boom di bitcoin e delle altre criptovalute: non solo per i vertiginosi guadagni fatti registrare quest’anno ma anche per la possibilità di utilizzarli per operazioni anonime in periodo di sanzioni o per convertirli in cash. Secondo la Cnn negli ultimi mesi Pyongyang è stata impegnata ad accumulare bitcoin, chiedendo di pagare riscatti con questa criptovaluta e rubandola con attacchi hacker alle piattaforme di scambio digitali, come accaduto la scorsa estate in Corea del sud attraverso email infettate da virus.

Non è chiaro quanti bitcoin ed altre criptovalute abbia ammassato Pyongyang ma per Bryce Boland, responsabile tecnologico della società di cybersecurity FireEye con base a Singapore, dice: è ragionevole presumere un bel pò.