Former Italian Premier and leader of centre-right Forza Italia party Silvio Berlusconi boards a car as he is discharged from San Raffaele Hospital after his June 14 heart surgery, Milan, Italy, 05 July 2016. Berlusconi had the operation to replace a faulty aortic valve that had threatened his life. ANSA/ DANIEL DAL ZENNARO

Silvio Berlusconi pensa al Gentiloni-bis

Una data ufficiale ancora non era in agenda ma dopo la decisione di Forza Italia di votare contro l’iter veloce per la legge Molteni che cancella lo sconto di pena per i reati gravissimi come ad esempio lo stupro, Matteo Salvini annuncia di voler sospendere ogni trattativa con Forza Italia e mette in discussione anche l’idea di tenere un vertice prima di Natale. Una minaccia che però non preoccupa Silvio Berlusconi.

L’ex premier ridimensiona spiegando che ‘i capricci’ del leader della Lega sono sopravvalutati. Salvini quando si siede ad un tavolo è una persona ragionevole, con lui  governeremo insieme in modo serio. Ma che nel centrodestra però non siano tutte ‘rose e fiori’ lo dimostra anche l’appello della leader Fdi affinchè si convochi un vertice ‘chiarificatore’ prima di Natale per capire se vogliamo stare insieme per dare all’Italia un governo credibile. Già perchè se a dividere nell’immediato i partiti del centrodestra è la presa di posizione sul ddl per la certezza della pena, il vero nodo è rappresentato dalle strategie post elettorali.

Approfittando della presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa, di fronte ad una sala piena per l’occasione e volti noti della tv, l’ex premier non ha dubbi sul fatto che la coalizione conquisti la maggioranza e vada a palazzo Chigi: ‘Spero di poter presentare prima del voto la squadra di governo e anche il premier’.  è l’auspicio. Nel caso non ci fosse un vincitore, Berlusconi ha già pronto un piano B: ‘La soluzione piu’ corretta nel caso nessuno riuscisse ad avere una maggioranza autonoma dopo il voto sarebbe quella di continuare con questo governo e di consentire un’altra campagna elettorale non brevissima, di almeno tre mesi, che possa permettere ai partiti di far conoscere agli elettori i loro programmi’.

Un ragionamento che scatena le ire degli alleati tanto che l’ex premier precisa poi in una nota il senso delle sue parole: ‘Ho detto una cosa ovvia  nel caso non ci fosse un governo si deve tornare a votare dopo tre mesi ed il governo Gentiloni resta in carica per gli affari correnti. Lo dice la Costituzione’.

La parole del Cavaliere anche se si tratta un’ipotesi minano il precario equilibrio con gli alleati: ‘Non vogliamo tradire gli elettori. Basta saperlo prima. Noi mai con Gentiloni’, è l’avviso del numero due del Carroccio Giancarlo Giorgetti.

Il Cavaliere smentisce non solo di voler una riedizione delle larghe intese ‘è una sinistra troppo di sinistra’ ma si dice convinto che in questa competizione l’avversario sia rappresentato dal Movimento Cinque Stelle e non dal Pd.

 Il Cavaliere conferma l’intenzione di volere volti nuovi a sedere sugli scranni del Parlamento. L’idea che in molti azzurri gli abbiano comunicato di non volersi ricandidare non convince nessuno ma l’ex premier garantisce che la decisione sulla composizione delle liste non sarà solo sua ma verrà approvata dal comitato di presidenza.

Porte chiuse, invece, ad Angelino Alfano. Quanto ai suoi che vogliono sostenere il centrodestra, vediamo quali saranno ma su di loro pesa la decisione di aver sostenuto un governo di centrosinistra.  Non avranno accoglienza in Forza Italia, ma potranno fare una lista alleata. Salva però Maurizio Lupi: ‘Perbene, gentile, ragionevole. Ma dovrà spiegare a se stesso e agli altri perché ha preso la decisione di sostenere un governo di centrosinistra’.

Si torna sul passato, alla rottura del patto del Nazareno. Berlusconi ricorda la mattina in cui, andando in auto, un mio collaboratore sentì che il nome per il presidente della Repubblica era l’ attutale. Lì saltò tutto. Racconta la telefonata, alcuni giorni prima, con D’ Alema: ‘Un amico me lo passò al telefono. Mi chiede semplicemente: è vero che sareste disposti a votare Amato come presidente della Repubblica? Io risposi sì. Nel pomeriggio andai a Palazzo Chigi e dissi a Renzi esattamente di questa conversazione. Non ci fu da parte sua nessun commento’.

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