‘Novità sul caso Regeni. Nel corso della riunione che si svolta oggi al Cairo tra i magistrati delle procure di Roma e del Cairo sull’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso in Egitto nel 2016 sono stati consegnati dal team investigativo egiziano verbali e documenti concernenti nuovi elementi probatori’, è quanto si sottolinea in una nota congiunta diffusa al termine dell’incontro a cui hanno partecipato il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone con il pubblico ministero Sergio Colaiocco e il procuratore della Repubblica Araba d’Egitto Nabil Sadek.
Nel corso dell’incontro i magistrati hanno proceduto ad una approfondita disamina dei nuovi elementi che i due uffici si sono scambiati. Vi è stato, inoltre, un aggiornamento sullo stato di avanzamento dei lavori della società incaricata del recupero dei video della metropolitana del Cairo. Successivamente i magistrati italiani hanno illustrato un’articolata e attenta ricostruzione dei fatti, effettuata dalla polizia giudiziaria italiana sulla base degli atti fin qui consegnati dall’Egitto in via rogatoriale, da ultimo in data 14 agosto scorso. La procura Generale Egiziana ha ricevuto una copia dell’informativa e proseguirà, quindi, le indagini sulla base delle ipotesi investigative formulate dai due uffici.
Essendo un incontro tra soli magistrati non erano presenti gli investigatori del Ros e dello Sco che conducono le indagini in Italia. La scorsa settimana atti dell’inchiesta sono stati consegnati dalle autorità egiziane, tramite l’ambasciatore italiano, al legale della famiglia Regeni, l’avvocato Alessandra Ballarini. L’incontro tra le procure è stato annunciato il 17 dicembre dal ministro degli Interni, Marco Minniti, nel corso dell’incontro svolto al Cairo con il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi.
Si attendono le immagini delle telecamere, inizialmente sovrascritte, del circuito interno della metropolitana del Cairo dove Giulio sarebbe entrato prima di svanire nel nulla. E si aspetta ancora di conoscere l’esatta entità delle indagini su Giulio da parte della Nationa Security, il servizio civile interno, prima che sparisse.
Il ripristino dei rapporti diplomatici tra l’Italia e l’Egitto non significa una chiusura definitiva del caso Regeni. Lo ha dichiarato, intervenendo in un programma televisivo del canale Extranews, il portavoce del ministero degli Esteri del Cairo, Ahmad Abu Zaid. Il rappresentante del governo di Al Sisi ha sottolineato che il ritorno degli ambasciatori è un segnale del miglioramento delle relazioni tra i due Paesi ma il superamento della crisi legata al caso del ricercatore italiano Giulio Regeni non vuol dire la definitiva conclusione delle indagini. Abu Zaid ha confermato inoltre l’attenzione dell’Egitto a identificare i responsabili dell’omicidio del ricercatore ricordando la totale trasparenza nella collaborazione tra le due magistrature.