L'intervento del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Cattolica, Roma, 15 novembre 2017. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Gentiloni: ‘Presto una missione italiana in Niger’

‘Il terrorismo è andato consolidandosi in questi anni nel Sahel , in Africa, ed è questo uno dei motivi per i quali una parte delle forze che sono state dispiegate in Iraq – questa è la proposta che il governo farà in Parlamento – saranno dispiegate nei prossimi mesi in Niger, con una missione che avrà il ruolo di consolidare quel Paese, contrastare il traffico degli esseri umani e contrastare il terrorismo’, lo ha annunciato il presidente del consiglio Paolo Gentiloni:  ‘L’Italia lotta contro i trafficanti di esseri umani ma non dimentica l’accoglienza. E’ un ‘Italia che accoglie , che è in prima linea nello sconfiggere i trafficanti, un’Italia che lavora per i diritti umani, addirittura, come è accaduto due giorni fa, aprendo per la prima volta un corridoi umanitario per i rifugiati in Libia’.

L’Italia ha la capacità di tenere insieme l’accoglienza e la lotta ai trafficanti, e siamo fieri del riconoscimento di essere stato il Paese più pronto e capace di salvare vite umane. Lavoriamo per sconfiggere lo schiavismo dei tempi moderni. E’ un lavoro con il quale l’Italia ha raggiunto dei risultati straordinari. Abbiamo inferto dei colpi ai trafficanti di esseri umani che forse neanche immaginavamo.

 Una ricognizione è in corso a Niamey per verificare le necessità e mettere a punto gli assetti della nuova missione militare in Niger, che sarà forte di alcune centinaia di uomini, pronti a partire non appena ci sarà il voto in Parlamento,   ha detto il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, presente a piazza Venezia, a Roma, dove ha incontrato i militari che partecipano all’operazione Strada Sicure.

Non sarà, ha assicurato il generale, una missione ‘combat’: il nostro contingente avrà il compito di addestrare le forze nigerine e renderle in grado di contrastare efficacemente il traffico di migranti ed il terrorismo”. Il dispiegamento della nuova missione, ha aggiunto, avverrà gradualmente e, contemporaneamente, ci sarà una riduzione del numero dei militari impiegati in Iraq, nel momento in cui Daesh è stato sconfitto, anche se dovremo mantenere l’addestramento perchè il pericolo terrorismo continuerà.

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