Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni al Quirinale nel corso di una colazione di lavoro in occasione del prossimo Consiglio Europeo, 12 dicembre 2017. ANSA/Paolo Giandotti - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica +++EDITORIAL USE ONLY - NO SALES+++

Al via campagna elettorale, Renzi si incunea tra Cav e M5S

Una corsa lunga 65 giorni nei quali, a detta dei partecipanti, non ci sarà esclusione di colpi. E’ cominciata, in piene vacanze natalizie, la campagna elettorale dopo che giovedì il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha sciolto le Camere. D’altra parte il clima elettorale si respirava già, come dimostrano i toni della commissione d’inchiesta sulle banche e le micro-misure della manovra. Ma ora i vari protagonisti si schierano ai blocchi: Silvio Berlusconi liquida come “insufficiente” il governo Gentiloni e considera M5S unico rivale, i grillini cambiano le regole e ammettono candidati dalla società civile proprio come Fi e Pd, Luigi Di Maio paragona il Cav ad una “fotocopiatrice impazzita” che copia i programmi grillini e Matteo Renzi contrappone i dem “al populismo a Cinque Stelle e all’estremismo di questa destra leghista”. Nonostante i sondaggi molto deludenti, Matteo Renzi non si scoraggia e crede nella rimonta del Pd.

“Da un lato ci sono le promesse mirabolanti di Berlusconi e Salvini, il tandem dello spread e del populismo. Dall’altro Di Maio e Grillo, che vogliono referendum su euro e vaccini, promettendo assistenzialismo e sussidi. E poi ci siamo noi”, è la linea del segretario dem, che mira dritto su M5s e Lega ed insiste molto sulla “squadra credibile e affidabile” in campo per le elezioni, da Gentiloni a Minniti, da Delrio a Orlando. Anche se il segretario Pd cerca di insinuarsi nello scontro tra centrodestra e M5S, i rivali lo snobbano non considerando più il Pd in partita. Berlusconi torna a stroncare scenari da larghe intese e anche l’ipotesi di Paolo Gentiloni come riserva in caso di assenza di maggioranze chiare. “Al di là della personale cortesia del premier – sostiene il Cavaliere – è stato il quarto governo consecutivo sul quale gli italiani non hanno potuto esprimersi. Il crollo verticale dei consensi della sinistra dimostra il fallimento politico di questi governi”. Quindi, “anche in Italia la sfida è fra i moderati come noi, che si riconoscono nei valori liberali e cristiani del Ppe, e movimenti ribellisti, pauperisti, giustizialisti, come i grillini”.

Il Cavaliere si prepara all’inizio dell’anno a riunire gli alleati per definire le liste elettorali che, avverte Matteo Salvini, non deve prevedere “poltronari e reciclati”. Alla reunion parteciperanno anche Clemente Mastella e Lorenzo Cesa, che oggi hanno dato entusiastica adesione al progetto unitario. Impresa ardua, le liste elettorali, anche per il Pd mentre M5S è alle prese con le regole per le candidature che prevedono una stretta sui voltagabbana, con una salatissima multa di 100 mila euro, e soprattutto la copernicana rivoluzione che supera il rigoroso criterio di scelta delle parlamentarie con innesti dalla società civile nell’uninominale. Luigi Di Maio, soddisfatto per i sondaggi, continua il suo tour in Italia sottolineando l’alterità M5S con la “vecchia politica” dei partiti. E ironizza sulle proposte elettorali di Silvio Berlusconi copiate ai grillini, a partire dal reddito di cittadinanza. “Berlusconi dice che il nostro programma elettorale sarà un massacro per il ceto medio. Poi lo copia in toto. Noi lo definiamo la fotocopiatrice impazzita”. “Ogni giorno Berlusconi prende un pezzo del nostro programma – afferma il candidato premier M5S – e lo rilancia. Ci fa piacere perché una volta al governo gli chiederemo di votare le nostre proposte di legge che ci ha copiato”.

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