“Il 4 marzo prossimo voteremo per eleggere le nuove Camere. Le elezioni aprono, come sempre, una pagina bianca: a scriverla saranno gli elettori e, successivamente, i partiti e il Parlamento. A loro sono affidate le nostre speranze e le nostre attese. La democrazia vive di impegno nel presente, ma si alimenta di memoria e di visione del futuro. L’orizzonte del futuro costituisce, quindi, il vero oggetto dell’imminente confronto elettorale”. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio di fine anno.
“Si è parlato, di recente, di un’Italia quasi preda del risentimento. Conosco un Paese diverso, in larga misura generoso e solidale”. Ha affermato il presidente della Repubblica. “Ho incontrato -ha ricordato il capo dello Stato- tante persone, orgogliose di compiere il proprio dovere e di aiutare chi ha bisogno. Donne e uomini che, giorno dopo giorno, affrontano, con tenacia e con coraggio, le difficoltà della vita e cercano di superarle. I problemi che abbiamo davanti sono superabili. Possiamo affrontarli con successo, facendo, ciascuno, interamente, la parte propria”. “Tutti, specialmente chi riveste un ruolo istituzionale – ha concluso Mattarella- e devono avvertire, in modo particolare, la responsabilità nei confronti della Repubblica”.
“Mi auguro un’ampia partecipazione al voto e che nessuno rinunzi al diritto di concorrere a decidere le sorti del nostro Paese. Ho fiducia nella partecipazione dei giovani nati nel 1999 che voteranno per la prima volta”. E’ l’auspicio espresso dal Presidente della Repubblica, parlando delle elezioni del marzo prossimo. “Questo -ha proseguito il Capo dello Stato-mi induce a condividere con voi una riflessione. Nell’anno che si apre ricorderemo il centenario della vittoria nella Grande guerra e la fine delle immani sofferenze provocate da quel conflitto. In questi mesi di un secolo fa i diciottenni di allora -i ragazzi del ’99- vennero mandati in guerra, nelle trincee. Molti vi morirono. Oggi i nostri diciottenni vanno al voto, protagonisti della vita democratica”. “Propongo questa riflessione -ha concluso Mattarella- perché, talvolta, corriamo il rischio di dimenticare che, a differenza delle generazioni che ci hanno preceduto, viviamo nel più lungo periodo di pace del nostro Paese e dell’Europa”.