Proclamato su iniziativa dei ministri Dario Franceschini e Maurizio Martina, il 2018 Anno nazionale del Cibo italiano.
Tante le manifestazioni, gli eventi, le iniziative mirate, tutti legati alla cultura e alla tradizione enogastronomica del Belpaese che verrano presto resi noti.
L’Italia punterà soprattutto sulla valorizzazione dei riconoscimenti Unesco legati al suo cibo: tra tutti, ovviamente, la punta di diamante, simbolo italiano a livello planetario, caratteristico del Sud ed in particolare della Campania, esportato ed apprezzato in tutto il Mondo: la salutare Dieta Mediterranea, stile di vita considerato top a confronto con tutti gli altri attualmente conosciuto, secondo gli innumerevoli studi, a partire da quello basilare di Keys. Una dieta che tutela la salute, la qualità della vita, la longevità ed il gusto e risulta particolarmente gradita ai cittadini dei cinque continenti, che vede impegnati in prima linea i migliori chef campani di fama internazionale, incominciando dal colui che per primo ha creduto nelle potenzialità della Cucina Mediterranea e della Dieta: il massimo chef Alfonso Iaccarino, patron storico del pluristellato Don Alfonso 1890 primo ristorante italiano a giudizio della clientela mondiale e tra i migliori in assoluto al Mondo, ora alla guida dello chef Ernesto Iaccarino Ancora, sempre Made in Campania, l’Arte del pizzaiuolo napoletano iscritta di recente, a coronamento di una mobilitazione che ha visto la partecipazione di tutte le forze legate alla categoria ed, ancora di più degli estimatori uniti per raggiungere un obiettivo ambito quanto dovuto Poi, la vite ad alberello di Pantelleria, i paesaggi della Langhe Roero e Monferrato, la città di Parma quale creativa della gastronomia gustosa e ricca di sapori ben conosciuta ed apprezzata.
Tra i punti essenziali in programma, anche il sostegno alla candidatura già avviata, per il Prosecco e quella nuova legata all’Amatriciana, il piatto storico del Lazio, onore e vanto nel nostro contesto nazionale ed italiano nel Mondo per l’armonia dei sapori e la squisitezza degli ingredienti.
Verranno inoltre promosse una serie di iniziative divulgative e di sostegno, per far conoscere e promuovere, in ambito culturale e con spiccato obiettivo in ambito turistico, i paesaggi rurali storici.
Riflettori sulle filiere, con mirati coinvolgimento.
Infine, è previsto un interessante focus teso specificamente alla lotta agli sprechi alimentari, tra le piaghe attuali del Pianeta che registra tuttora una sperequazione inaccettabile non soltanto tra aree benestanti ed aree misere ma, ormai, anche nelle nazioni cosiddette civili, tra individui ricchi ed altri – anche nostri connazionali in numero crescente – ridotti alla miseria. A partire proprio dall’Italia, paese occidentale che vive enormi differenze tra regione e regione ed un aumento dell’indice di povertà soprattutto al Sud, sotto gli occhi degli abitanti. Al di là dei dati ufficiali diffusi, basta guardarsi intorno per rendersi conto della preoccupante realtà che coinvolge italiani ed immigrati.
Rassicurante la dichiarazione del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Martina, riguardo alle prospettive legate alla nostra Cucina ed alle produzioni alimentari: ‘L’Italia ha un patrimonio unico al Mondo. Grazie all’anno del cibo potremo valorizzarlo ancora di più. Dopo la grande esperienza di Expo Milano, l’esperienza agroalimentare nazionale torna ad essere protagonista in maniera diffusa in tutti i territori’.
‘Questo settore nel 2017 ha toccato il record di export di 40 miliardi di euro. Non si tratta soltanto di sottolineare i successi economici, ma di ribadire il legame profondo tra cibo, paesaggio, identità, cultura. Questo faremo. Daremo avvio al nuovo progetto dei distretti del cibo; coinvolgeremo i protagonisti, incominciando da cuochi, agricoltori, allevatori, pescatori’.
Infine, ricordando la scomparsa recentissima di Gualtiero Marchesi il ministro ha sostenuto la valenza di dedicare alla sua importante figura l’Anno nazionale del Cibo italiano, perché ha incarnato davvero questi valori facendoli conoscere a livello internazionale.
Così l’Italia rende giusto merito al suo grande chef.
Teresa Lucianelli