Riceviamo, e volentieri pubbliciamo, le considerazioni di Barbara Lalla su ‘Wild West Show’, spettacolo del Teatro degli Acerbi, in scena all’Off/Off Theatre di Roma fino al 14 gennaio.
Il debutto c’è stato il 9 gennaio e Wild West Show, lo spettacolo del Teatro degli Acerbi che ha riscosso un grande successo di pubblico e critica, verrà replicato fino al 14 all’Off Off Theatre di via Giulia a Roma. Fabio Fassio è l’autore, suo è il testo dello spettacolo. Elvira Frosini e Daniele Timpano, invece, hanno curato la regia Un atto unico di sessanta minuti circa, on stage ci sono Massimo Barbero, Patrizia Camatel, Dario Cirelli, Fabio Fassio e Elena Romano, attori validi e bravi nel raccontare e realizzare un sogno, un’idea, un immaginario: la scomparsa del west inteso come ‘ultimo mito dell’occidente imperialista e trionfante’. Lo fanno senza oggetti in scena, solo uno schermo luminoso che rievoca il Grand Canyon e i loro corpi in movimento, le loro voci che sparano raffiche di parole. Tutta la loro fantasia e bravura tecnica nel raccontare al pubblico di ‘quando il west era ancora il west’ L’immagine del cowboy impegnato in sparatorie è ciò che Hollywood e una certa letteratura americana hanno tramandato ad intere generazioni anche con l’azione esercitata dalla musica country volta a definire i contorni di una certa malinconica angoscia. La vita western è sporca come la polvere, calda sotto il sole con l’odore di polvere da sparo e di pistole fumanti. Una poesia che rimanda alla sofferenza e alla vita dei cow-boy fatta da cadute da cavallo, duelli, tempeste di vento e sabbia.
Quell’idea di west in celluloide,fatta di distese e praterie, di cavalli al galoppo, di avventura e di sudore, di Toro Seduto, Davy Crockett e Fort Alamo, di Buffalo Bill e di Calamity Jane ormai non esiste più.
Wild West Show è la storia di un viaggio tra mito ed eroi e pistoleri dagli occhi freddi come il ghiaccio, alla Clint Eastwood. È la ricerca di un luogo epico realizzata mediante duelli e massacri. Un gioco e insieme un destino all’insegna di vittime e carnefici. La rincorsa al west si interrompe bruscamente davanti ad un cratere. Oltre quella nebbia fitta di fumo ci sarà la tomba di John Wayne. Quello che rimane da fare è ricercare un’identità perché anche se il west è finito e non c’è più, noi non ci siamo ancora trovati I cinque attori, sullo sfondo di una scena minimal e in una saga ad episodi, inseguono gli stereotipi del west. Sono tanti incidenti narrativi che aprono spazi e riflessioni sulla realtà di oggi. ‘Ci hanno scippato i sogni! Ci hanno tolto il west!’, urlano i protagonisti e la metafora di un far west fatto di aggressione e violenza è dietro l’angolo. È un dramma in sospensione, quasi come una minaccia continua. Inseguire la chimera del west allora diventa qualcosa di simile ad una cavalcata senza fine poiché noi come loro, oggi come ieri, avremo costantemente bisogno di inventare o replicare nuovi miti e continueremo a dividerci in cowboys e pellerossa.
Alla prima di Wild West Show il direttore artistico Silvano Spada dà il benvenuto a parecchi volti noti dello spettacolo, dell’arte e del teatro presenti in sala: l’attrice Athina Cenci
ed Elda Alvigni la conduttrice Alda D’Eusanio la pittrice Giorgia Botticelli l’ex Miss Italia Nadia Bengala Beppe Convertini
e Pino Strabioli .
Foto di Giovanna Onofri
Barbara Lalle