L’antifascismo e le parole ambigue

L’Italia è una Repubblica antifascista che si fonda su una Costituzione antifascista. Ma la storia, e non le opinioni dei parolai di turno compresi tanti appartenenti alla mia categoria professionale, dovrebbe farci chiedere, antifascista sì, ma di quale antifascismo si parla? Chi conosce la storia, sa che è ricca di tanti eventi che non possono non porre problemi di contenuto quando si parla di antifascismo. Erano antifascisti anche quelli che durante la guerra civile di Spagna bruciavano preti, monache ed anarchici. Lo erano anche quelli che inneggiavano all’ex Unione sovietica quando con i suoi carri armati invadeva le popolazione dell’Est Europa e le sottometteva e lo erano quelli che gettarono qualche migliaio d italiani nelle foibe. Lo erano quelli che definivano nazisti gli Stati Uniti e quelli che salutarono i carri armati russi che invadevano Praga e reprimevano la rivolta nel sangue. Per non parlare delle brigate rosse che combattevano con le armi del terrore il capitalismo occidentale e fascista. Si considerano oggi antifascisti i teppisti di Torino, Macerata e Palermo. Si deve concludere che tra loro e chi scrive, che pure si considera un convinto antifascista, qualche sostanziale differenza esiste. I benpensanti o i soliti corifei potrebbero ipocritamente affermare che siamo tutti accomunati dal valore antifascista. Non è così. C’è chi l’essere antifascista lo sente dentro e lo attua quotidianamente nel rispetto delle leggi e della democrazia, nel rispetto delle opinioni altrui e soprattutto non va va a picchiare il povero carabiniere rimasto da solo in mezzo ad una moltitudine di esagitati e violenti. Il povero carabiniere che adempiva il proprio dovere per far rispettare la legge e i principi della democrazia che sono alla base della nostra Repubblica e su cui i Padri fondatori hanno scritto le regole della nostra Costituzione.Di fronte ai fatti di violenza di questi giorni, che pretende di essere di sinistra in nome dell’antifascismo, la parola d’ordine non è lotta contro il ritorno del fascismo( cosa improbabile se non impossibile, ma solo un pretesto elettorale di una sinistra che non è più tale e non ha più niente da offrire ai suoi elettori), ma il rispetto delle leggi in nome della democrazia. Del resto la storia ci ha insegnato che non esiste democrazia che non abbia in sé i valori dell’antifascismo, mentre al contrario esistono persone e movimenti che con la democrazia nulla avevano a che fare. L’antifascismo nel nostro Paese ha dato vita alla democrazia. Ma oggi dei suoi pseudo emuli violenti l’Italia non ne ha bisogno.

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