‘Ho sentito telefonicamente i principali esponenti di tutti i futuri gruppi parlamentari per un confronto utile all’individuazione dei Presidenti delle Camere che dovranno essere votati a partire da venerdì prossimo. È il primo passo necessario per far partire questa legislatura e voglio che tutto avvenga nella massima trasparenza soprattutto nei confronti dei cittadini che attendono un Parlamento capace di dare risposte ai problemi reali del Paese’, così Luigi Di Maio sul blog delle Stelle dove dice di aver sentito prima Maurizio Martina, Renato Brunetta, Giorgia Meloni, Pietro Grasso e poi anche Matteo Salvini.
Presidenti a parte, per la formazione di un nuovo governo, vista l’attuale legge elettorale, con nessun partito che abbia raggiunto la soglia del 40 per cento di preferenze, l’unica soluzione possibile, e ragionevole, potrebbe essere quella di un governo di scopo che metta mano ad una nuova riforma elettorale per tornare ad elezioni nel giro di un anno e mezzo, massimo due. Questo vorrà dire altri ventiquattro mesi di campagna elettorale con segretari di partito, ed esponenti vari, che verranno ospitati nei salotti televisivi per quella che è, oggi, la normale dialettica politica: tutti contro tutti con discorsi su programmi elettorali più o meno fantascientifici, elaborati col solo scopo di prendere qualche voto in più.
In realtà i programmi elettorali dei partiti, e le politiche che ne seguiranno, dovrebbero tornare a individuare fatti concreti e a spiegare come risolverli con discorsi precisi e circostanziati.
Ricordiamo, ad esempio, che il costo dei beni di prima necessità è aumentato esponenzialmente. Il lavoro, giovanile e non solo, è ridotto in condizioni pietose. Quali soluzioni, possibili e percorribili, è necessario adottare per cambiare questa situazione?. La piccola e media impresa, da sempre il nostro vero volano economico, rischia una recessione peggiore dell’attuale. Come aiutarla?.
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Proporre soluzioni politiche credibili ed attuabili richiederà la formazione di gruppi di persone, deputate allo studio di urgenti questioni legate ad ogni ambito locale, fino a coprire l’intero territorio nazionale. Ciò che ne risulterà, in termini di sintesi, andrà a scrivere, come naturale conseguenza, il programma che quel partito e quegli esponenti presenteranno ai cittadini per farsi eleggere. Il politico serio non promette vantaggi per qualcuno sì e per qualcuno no, ma problemi e metodi di risoluzione per il benessere di tutti.
Sarà difficile trovare, oggi, altri annunci spot a cui la gente creda con facilità visto che diffidenza, sospetto e rancore covano nell’animo degli italiani.
Gli italiani, moralmente stanchi, chiedono programmi meno spettacolari ma frutto di un’analisi seria e posata. Forse è proprio questo il modo per far tornare l’ormai scomparsa passione per la politica.