Presidenze delle Camere e l’uso politico dei social

 

Venerdì il nuovo Parlamento sarà chiamato ad eleggere i presidenti del Senato e della Camera, primo atto della legislatura. Si intensificano i contatti tra M5s e Lega su questa partita, che entrambi vogliono separata da quella del governo. Di Maio spiega, come già detto,  che ‘dei ministri si parla con il capo dello Stato, dei temi con i partiti’.

Tra Giulia Grillo, Danilo Toninelli e Giancarlo Giorgetti (Lega) si è tenuto un incontro positivo e costruttivo, secondo quanto riferito da fonti vicine ai partecipanti, un passo avanti in vista della definizione delle presidenze della Camera e Senato.

 L’obiettivo è coinvolgere tutte le forze politiche e definire la scelta delle presidenze il prima possibile. Nessun partito ha espresso contrarietà all’assegnazione della presidenza della Camera al M5s.

‘L’elezione dei presidenti delle Camere non è una partita per il governo, è una partita per l’abolizione dei vitalizi’, ha detto Luigi Di Maio accogliendo a Montecitorio i deputati eletti. Sono sicuro, dice Di Maio,  che il capo dello stato gestirà nel migliore dei modi questa fase. Apprezziamo molto che il Quirinale non stia mettendo fretta alle forze politiche.

In questa settima probabilmente eleggeremo uno dei Presidenti delle Camere,  ha detto ancora Di Maio,  e saremo decisivi per l’elezione di entrambi. Abbiamo chiesto la Presidenza della Camera perché qui ci sono più vitalizi da tagliare, più regolamenti da modificare.

Elezioni presidenti delle Camere a parte è interessante valutare l’importanza avuta dai social nelle scelte  politiche dei candidati, dei programma e dei partiti.  L’istituto Ipsos ha svolto un dettagliato lavoro post-voto, analizzando ed elaborando degli interessanti dati relativi alle elezioni, con particolare attenzione rivolta al rapporto social-partiti.

I risultati della ricerca sono stati rivelatori di una situazione  che non era ancora stata messa  ‘nero su bianco’. Partendo dall’indice di mobilitazione sui social,  che indica la partecipazione dell’elettorato sulle piattaforme online: 84,2% M5s, 53,9% Lega e 50,4 PD. I risultati  mostrano quanto la base pentastellata sia partecipe online, diffondendo il verbo grillino nelle maglie del web. Anche Lega e Pd se la sono giocata bene, riuscendo ad alimentare discretamente i loro contatti social online.

Ma quanto hanno contato i leader rispetto ai partiti? Nel centrodestra la bilancia è nettamente sbilanciata verso i primi. Salvini, Meloni e Berlusconi hanno prevalso rispetto alle strutture partitiche, dirigendo rispettivamente l’87%, il 75% ed il 69% della comunicazione. Delle figure che quindi hanno inciso nettamente sulla campagna, al di la del simbolo utilizzato. Per i 5Stelle la situazione è invece ribaltata, visto che il processo comunicativo si è principalmente basato sul partito che ha egemonizzato il  70% della campagna. Per Renzi e Pietro Grasso ci troviamo di fronte ad un 50/50 con i rispettivi partiti, segno che la linea della comunicazione è stata estremamente bilanciata nel centrosinistra.

L’ultimo punto da trattare, senza entrare in  tecnicismi relativi alla portata dei social, riguarda le tematiche affrontate dai singoli schieramenti. La Lega si è ovviamente soffermata, a discapito di ogni dato reale, sulla sicurezza, seguita da economia ed avversari politici. Forza Italia ha puntato invece su  economia e sicurezza, ma bilanciando il tutto con altri temi quali i diritti, gli avversari e le tasse. Il Pd a puntato il tutto per tutto sull’economia, seguita da diritti, sicurezza e avversari. Per finire i 5Stelle che hanno anche  loro focalizzato l’attenzione sull’economia, concedendo però molta più attenzione ad avversari e sicurezza.

Chi ha sfruttato meglio i social è riuscito  ad ottenere un ritorno consistente in termini elettorali, rispondendo ai temi più sentiti dagli elettori. Una domanda è legittima: i leader hanno risposto ai problemi sollevati dai cittadini o hanno alimentato le loro paure sfruttando i social media? L’utilizzo irresponsabile della comunicazione dei leader è un tema che viene, forse, preso sottogamba e condensato nel ‘promettere di certo e mancare di sicuro’ nel caso che, come solito, gli impegni elettorali, anche via social, non vengano mantenuti…

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