Almeno tre morti, di cui due vigili del Fuoco: è questo il primo bilancio dell’esplosione che si è verificata in una palazzina a Catania, in una piccola officina che ripara biciclette al numero 316 di in via Garibaldi.
All’interno dell’immobile è stato trovato il corpo carbonizzato di un uomo, un sessantenne che viveva nella palazzina in affitto e che lavorava come venditore e riparatore di biciclette. Una quarta persona è in gravissime condizioni all’ospedale Garibaldi di Catania, dove sono stati trasportati altri due pompieri rimasti feriti.
I vigili sono ricoverati in prognosi, ma non sarebbero in pericolo di vita:
– uno, il più grave dei due, ha riportato un importante trauma polmonare, e sarà ricoverato nella Rianimazione diretta dal dottor Sergio Pintaudi;
– il secondo ha un trauma cranico e ferite varie e potrebbe essere trasferito nel reparto di Neurochirurgia.
Secondo una prima ricostruzione, sarebbe stato lo stesso inquilino a chiamare i vigili del Fuoco per dare l’allarme su una presunta fuga di gas nella struttura, che non ha il metano, ma usava bombole di gas Gpl.
Una squadra composta da cinque uomini è arrivata sul posto: quattro di loro sono scesi con l’esplosimetro per verificare la presenza di gas, ma prima ancora di poter intervenire sarebbero stati travolti dall’esplosione; sono stati portati in ospedale, dove due sono morti poco dopo per le ustioni riportate.
Una delle ipotesi al vaglio degli investigatori è che l’uomo carbonizzato sia svenuto per la fuga di gas in attesa dell’arrivo dei soccorsi. La Procura di Catania ha aperto un’inchiesta.