Con i rinnovi contrattuali dopo 8 anni di blocco, a marzo gli statali hanno ricevuto gli arretrati una tantum da 370 a 712 euro e gli aumenti nel cedolino per chi lavora nei ministeri o negli enti pubblici non economici. Per gli altri settori gli aumenti dovrebbero vedersi nelle buste paga di aprile.
Di lì la decisione di ricorrere a incrementi temporanei. Destinati a sparire nel 2019, a meno che non si trovino le risorse per stabilizzarli.
Duro il commento dell’Unione sindacale di base, secondo cui questi aumenti sarebbero ‘una trappola’ che non considera “l’indennità di buonuscita o di anzianità, del trattamento di fine rapporto, dell’indennità sostitutiva del preavviso, né dell’indennità in caso di decesso”. Questi aumenti, secondo USB, rappresentano oltre a un’inaccettabile presa in giro, la più clamorosa negazione della certezza del salario e del valore dello stesso Ccnl.