Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, la recensione di Roberto Staglianò su ‘Io che amo solo te’ che andrà nuovamente in scena al Teatro Tordinona di Roma nel prossimo fine settimana fino al 22 aprile.
‘Io che amo solo te’, di Lucilla Lupaioli e Alessandro Di Marco, interpretato Riccardo D’Alessandro e Andrea Lintozzi, giovanissimi e talentuosi attori, con i contributi dello stesso Di Marco coinvolto nella recitazione, è andato in scena nello storico Teatro Tordinona di Roma dall’11 al 14 aprile. Le date sold out e un grande successo di pubblico hanno fatto sì che le repliche potranno continuare anche nel prossimo fine settimana, fino al 22 aprile.
‘C’è gente che ama mille cose e si perde per le strade del mondo. Io che amo solo te, io mi fermerò e ti regalerò quel che resta della mia gioventù’, sono alcune delle parole di una canzone-poesia d’amore di profondo respiro, di Sergio Enrico, pubblicata nel 1962. La stessa magia segreta e intima viene conservata anche nell’opera teatrale ‘Io che amo solo te’, diretta da Alessandro Di Marco che è anche l’autore del testo insieme con Lucilla Lupaioli, oltre ad essere attore, regista, ricercatore di arti sceniche e insegnante. Entrambi hanno fondato, nel 2010, l’Associazione Culturale Bluestocking La loro esperienza di lavoro ventennale nel settore è stata messa a frutto nella produzione di spettacoli e nella formazione di nuovi e giovani talenti. La Lupaioli attualmente dirige il Centro Studi Acting, una palestra di formazione e allenamento alle arti sceniche, ma ricordiamo che ha lavorato per dieci anni nella Compagnia del Teatro Eliseo, protagonista – insieme a Maria Paiato, Fabio Ferrari, Cristina Noci, Anna Cianca e Antonella Voce – delle commedie musicali di Claudio Carafoli e, successivamente, nelle produzioni di giro al fianco di attori come Umberto Orsini, Rossella Falk, Giulia Lazzarini, Lina Sastri, Toni Bertorelli, negli spettacoli diretti da Giuseppe Patroni Griffi e da Giancarlo Cobelli.
‘Io che amo solo te’ è un progetto nato qualche anno fa, pensato inizialmente come un corto teatrale. Alessandro Di Marco aveva scritto una piccola bozza e l’anno scorso, come lui stesso ci ha raccontato, ha trasformato insieme con Lucilla Lupaioli quella bozza in una storia, lavorando insieme per la realizzazione del testo teatrale che è andato in scena. È sembrato chiaro a loro che, rispetto a un corto, ci potesse essere un respiro maggiore raccontando la storia di due ragazzi. Il percorso di stesura è stato fluido, è venuto fuori in maniera organica e lineare dalla narrazione del loro primo incontro-scontro e fino alla sua conclusione. Andrea Lintozzi interpreta Vale, Riccardo D’Alessandro invece è Nicco. Entrambi hanno avuto esperienze con cinema, fiction e teatro. Il primo è attualmente uno dei protagonisti della fiction televisiva Rai È arrivata la felicità, con Claudio Santamaria e Claudia Pandolfi, e ha presentato il secondo, suo amico nella vita reale, al regista che l’ha trovato perfetto per il ruolo di Nicco. Per quanto siano giovani hanno già un bel bagaglio entrambi i due protagonisti.
Lo spettacolo è stato testato volutamente in uno spazio minuscolo, per dare l’idea di entrare nella loro camera, in una dimensione molto intima. La scrittura è stata immaginata e concepita come qualcosa di molto piccolo, con dei tempi lunghi, naturali. Riccardo D’Alessandro e Andrea Lintozzi, avendo esperienza di riprese televisive, hanno saputo seguire gli input suggeriti, portando in teatro un tipo di recitazione fatto di sguardi e di espressioni, molto vicina al cinema, some se ci fosse una telecamera oltre a un palcoscenico.
‘Io che amo solo te’ è l’esperienza di un viaggio simbolico, ricco di passione e sentimento, dell’impeto e del trasporto tipico della ‘gioventù’ e, al tempo stesso, dell’umana sofferenza che caratterizza il processo verso l’accettazione di sé.
I protagonisti sono due giovanissimi ragazzi, Nicco e Vale: liceali, adolescenti, amici che all’improvviso scoprono e vivono una passione fisica, gay, travolgente e repentina. Imprevedibile come un acquazzone di un torrido pomeriggio d’estate. Insieme arriva la paura di essere scoperti e subito dopo si verifica quello che temono possa accadere, con tutto ciò che comporta: l’emarginazione, l’esclusione dal gruppo che implacabile decreta chi è giusto e chi è sbagliato tra i due. E la prova di forza: dimostrare di meritarsi quella spietata appartenenza al sistema picchiando duro, sputando contro quel viso sfiorato, baciato, accarezzato fino a poco tempo prima. L’emarginazione di un ragazzo sedicenne diventa una frustrante attesa e, contemporaneamente, nessuna chiamata per le partite di calcio, le squadre sono sempre al completo. Nessun invito per le feste di compleanno. Nessun posto in macchina per andare al mare. Uno accettato, l’altro rifiutato dagli altri, dal ‘te’ che ha amato l’io che adesso è solo. Per un sedicenne questo è un pensiero di morte che si insinua, scavando dentro. Viene messo in pausa, per un attimo, in una serata di riconciliazione dove tanta è la pizza per tutti, ma l’effetto e l’epilogo sarà ancora una volta diverso. Chi ama non conosce l’orgoglio o almeno è disposto a metterlo da parte con facilità e perdonare ancora una volta chi è vittima delle pressioni di una omofobia esterna e degli stereotipi di una omofobia interiorizzata. Alla fine, così come all’inizio, resterà un uomo che ripensa al suo passato, a quel suo dover dimostrare di essere affidabile che deriva anche da un profondo e lacerante senso di colpa. Ha provato a farsi una nuova vita con moglie, una famiglia, ma non ha ancora perdonato se stesso e non potrà farlo se non chiederà perdono al suo amico, al suo amore perduto che gli ha regalato non quel che restava, ma tutta la sua gioventù. Amandolo incondizionatamente.
A grande richiesta, dopo il sold out delle prime sei repliche, IO CHE AMO SOLO TE sarà in scena il prossimo weekend, dal 20 al 22 aprile, sempre presso il Teatro Tordinona.
Le foto sono di Marcella Cistola e Simona Casadei
Roberto Staglianò