Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio durante la trasmissione televisiva ''Porta a Porta'', in onda su Rai 1, Roma, 19 giugno 2017. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Stallo Lega-M5S sul governo

Tanti no al ‘governo di tregua’ a un giorno dal terzo giro di consultazioni di Mattarella. M5s ha respinto ieri anche l’ultima proposta di Salvini, quella di un governo a tempo. Di Maio riflette e potrebbe dire la sua oggi in tv da Lucia Annunziata. ‘Offerta tardiva, ma valutiamo’, dice Vito Crimi. In ogni caso, voto più vicino: a ottobre o febbraio. In gioco la Legge di Bilancio con lo spettro dell’esercizio provvisorio. Salvini pubblica i sondaggi con la sua popolarità in crescita e twitta: ‘Grazie. Sento tanta fiducia e tanto affetto, conto di meritarli’.

 Luigi Di Maio sembra aver preso una pausa di riflessione prima di esprimere la sua risposta formale alla nuova offerta di Matteo Salvini per un governo ‘a tempo’ tra Carroccio e 5 Stelle. Il leader del Movimento, che  aveva bocciato un governo ‘di tregua’, non ha infatti ancora direttamente replicato alla proposta del segretario del Carroccio. Per il Movimento ha parlato ieri sera il capogruppo del Senato, Danilo Toninelli, parlamentare molto vicino al leader politico. La risposta di Toninelli è stata secca: ‘L’occasione Salvini l’ha avuta e l’ha sprecata: noi non facciamo governi balneari’. Oggi Luigi Di Maio ha in agenda un’intervista con Lucia Annunziata dove, se non lo avrà fatto prima, potrebbe anticipare quella che sarà la posizione del M5s in vista delle nuove consultazioni al Quirinale.

‘La risposta a Salvini è da valutare ma la sua offerta veramente arriva in ritardo’,   dice il senatore del M5s Vito Crimi intervistato da Maria Latella su Sky Tg24. ‘Salvini è credibile? Di quale Salvini stiamo parlando? Perché ogni volta cambia la sua posizione. Quanto alle condizioni noi le abbiamo poste da tempo: ci sediamo ad un tavolo e discutiamo di temi per cittadini, ma discutono Luigi Di Maio e Salvini. Punto. Senza terzi incomodi’.

La strada di un governo di tregua appare in salita con il no dei 5 stelle e l’alt di Salvini al Pd. Dalle colonne de ‘La Nazione’ il braccio destro di Di Maio Riccardo Fraccaro tuona: ‘Il governo di tradimento, più che di tregua, nascerà se la Lega aiuterà Pd e Forza Italia a farlo. I cittadini hanno chiesto il cambiamento con il M5S, ogni altra formula che i partiti metteranno in campo calpesterà la volontà popolare’.

Forza Italia intanto torna all’attacco dei 5 Stelle. Per due mesi il M5S, afferma Deborah Bergamini, deputata e responsabile della Comunicazione azzurra,   ha tenuto in ostaggio il Paese con veti, forni e ridicoli balletti. Hanno finto di voler provare a formare un governo solo per gettare la responsabilità dell’insuccesso sulle altre forze politiche. Una strategia che si è rivelata per quello che è: una colossale presa in giro nei confronti di milioni di elettori italiani.

Ora si aspetta di capire cosa accadrà domani quando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella convocherà nuovamente le forze politiche e i presidenti delle Camere al Quirinale per un terzo e ultimo giro di consultazioni. La partita non è ancora chiusa.

La vera credibilità ‘politica’   va comunque  a Mattarella per lo sforzo che sta producendo e soprattutto per la pazienza che sta dimostrando, per attivare dialoghi sedendosi a un tavolo nonostante le  distanze di contenuto che esistono tra i due partiti, per alcuni versi, difficilmente conciliabili.

Così come possiamo valutare l’assoluta incompatibilità tra Pd e M5s. Partiamo dalla ultima sortita di Beppe Grillo, garante dei 5S, che con il suo  populismo è un pericolo per l’Unione europea. Il ‘garante’ ha proposto un referendum per la zona euro, chiedendo  che il popolo italiano si esprima. Il popolo è d’accordo? C’è un piano B? Bisogna uscire o no dall’Europa?.  È quanto afferma  Beppe Grillo, in un’intervista pubblicata oggi dal nuovo mensile francese ‘Putsch’ destinata a riaprire uno dei capitoli più spinosi dell’agenda populista del Movimento. Di fatto, un ritorno alle origini, che contraddice il recente passo indietro sul punto del capo politico pentastellato Di Maio in campagna elettorale e scatena il fuoco polemico targato Pd: ‘Tutti i trattati che sono stati firmati erano giusti’,   continua Grillo.  ma sono stati deformati dai regolamenti. In seno al Movimento 5 Stelle abbiamo riflettuto su 7 punti come il Patto di bilancio europeo, l’eurobond, l’euro-obbligazione o la condivisione del debito. Se siamo un’unione di paesi, dobbiamo condividere. Perché ci sono due economie, quella del nord e quella del sud. E noi, gli italiani, siamo nel sud’.

Con la sua proposta, Grillo mette a rischio la tenuta dell’Europa politica, che invece va rafforzata  per il bene dei cittadini italiani ed europei, innanzitutto le nuove generazioni e le fasce sociali più deboli, e nell’interesse della nostra economia. Disgregare l’Europa significa far avanzare i nazionalismi, mettendo a rischio pace, libertà, diritti faticosamente conquistati dai cittadini europei. Pd e M5s sono forze radicalmente alternative tra loro. 

Antonella Di Pietro

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