Assegno di disoccupazione Naspi: quando si perde il diritto

L’indennità mensile di disoccupazione – detta Naspi – sostituisce il vecchio istituto della ‘mobilità’ e viene riconosciuta a tutti coloro che si trovano in uno stato di disoccupazione involontaria, ovvero a chi ha perso il lavoro a causa di un licenziamento o di un mancato rinnovo del contratto dopo la scadenza, ma anche per chi ha presentato le dimissioni per giusta causa.

I requisiti richiesti per poter procedere alla domanda sono:

  • stato di disoccupazione ossia la perdita del lavoro per cause indipendenti dalla volontà del lavoratore e contestualmente aver dichiarato al centro per l’impiego la propria immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa e partecipare a misure di politica attiva del lavoro;
  • tredici settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione;
  • trenta giorni di effettivo lavoro nei dodici mesi precedenti l’inizio della disoccupazione.

SOSPENSIONE – Si tratta evidentemente di uno strumento importante per chi resta improvvisamente senza lavoro, che prevede però regole precise e limitazioni ben definite. Ad esempio, il pagamento dell’assegno di disoccupazione viene sospeso quando il beneficiario firma un nuovo contratto a tempo determinato di durata non superiore a 6 mesi. In questo caso l’indennità viene sospesa d’ufficio, per poi riprendere una volta che il rapporto di lavoro volge al termine.
L’assegno viene sospeso anche per quei disoccupati che dopo un mese dall’inizio della nuova attività lavorativa a tempo determinato (non superiore a 6 mesi) non hanno ancora inviato all’INPS la comunicazione con la quale indicare il reddito annuo presunto.

DACADIMENTO – Esistono casi ben più gravi in cui il diritto alla Naspi per il disoccupato decade completamente. Ciò può avvenire, ad esempio, per aver violato il patto di servizio personalizzato sottoscritto con il centro per l’impiego o anche per chi inizia una nuova attività lavorativa e non comunica all’INPS il reddito presunto che ne deriva.

Il disoccupato trova un nuovo lavoro perde il diritto alla Naspi solamente se questo genera un guadagno superiore agli 8.000 euro l’anno. Se invece il reddito presunto è pari o inferiore ai suddetti 8.000 euro, l’assegno di disoccupazione è ridotto dell’80%, ma viene comunque corrisposto. Il diritto all’assegno di disoccupazione viene perso anche da coloro che entro un mese dall’inizio di un’attività lavorativa autonoma non comunicano il reddito presunto, o da chi raggiunge i requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata.

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