Giorgetti e Boschi tra ‘alleanza centrodestra a rischio’ e ‘nomine dirigenti in zona cesarini’

Se le parole corrispondono ai veri pensieri, il cosiddetto governo ‘neutrale’ immaginato dal presidente Mattarella è morto prima di nascere. Anzi, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, l’unica coppia in circolazione nel Palazzo in grado di assemblare una maggioranza assoluta, lo hanno già seppellito sotto un profluvio di dichiarazioni. L’ultimo affondo del leader leghista è di poche ore fa: ‘Un governo ‘neutrale’ per fare centinaia di nomine, e assegnare centinaia di poltrone in enti e consigli di amministrazione, senza nessun consenso popolare sarebbe davvero una presa in giro: o governo politico, con onori e oneri, o voto subito’.

 Giancarlo Giorgetti incrociando i giornalisti alla Camera, il plenipotenziario di Salvini ha sfoderato un linguaggio tutt’altro che criptico per rispondere a chi gli chiedeva se un eventuale voto di Berlusconi a favore del governo ‘neutrale’ avrebbe determinato la fine del centrodestra: ‘Credo di sì. Ci sarebbe un grosso problema in questo caso’.

Il maggiore indiziato in tal senso è il M5S, che ha già lasciato per strada la dozzina di eletti invischiati nella rimborsopoli grillina scoperchiata dalle Iene e che conta in proporzione il maggio numero di onorevoli terrorizzati dall’immediato ritorno alle urne con il ricordo ancora fresco della pessima performance di Di Maio nella veste di aspirante premier. E questo spiega perché i pentastellati stanno già puntando l’indice contro Salvini nel caso il governo’neutrale’ vagheggiato da Mattarella nasca davvero. Basta ascoltare la lapidaria affermazione di DaniloToninelli, per rendersene conto: ‘Il rischio di un governo tecnico  è dovuto a Salvini’.

 Il leader grillino parla a ridosso della decisione di Sergio Mattarella, che avrebbe concesso tempo ai partiti fino alle 17 per trovare un accordo, altrimenti varerà il suo governo neutrale. E il leader del M5s, a sorpresa, difende Silvio Berlusconi, in quello che può sembrare un tentativo disperato di convincerlo a concedergli i voti. Una decisione che salverebbe l’alleanza del centrodestra e permetterebbe il varo di un esecutivo politico.

 Di Maio  aggiunge: ‘Perché tutte le persone che ho elencato possono decidere se andare in una direzione o in quella di Berlusconi. E invece sia Renzi che Salvini hanno deciso di rimanere legati al leader di Forza Italia. Bene, facciano come vogliono. Il vero grande tema quindi non è lui. Noi vogliamo fare un governo che preveda due forze politiche e non quattro. Perché lo abbiamo visto cosa succede quando si fanno i governi a quattro o a cinque forze politiche. Abbiamo detto: andiamo avanti insieme per un governo del cambiamento. Qual è il veto? Nessuno’.

A margine annoto che il governo Gentiloni, dimissionario da mesi, è chiamato a gestire solo l’ordinaria amministrazione. Ma qualcuno non si rassegna e sforna nomine. È il caso di Maria Elena Boschi che, come racconta ‘La Verità’, avrebbe fatto irritare i sindacati per aver nominato un dirigente, il coordinatore per la segreteria tecnica, per la struttura governativa che si occupa delle adozioni internazionali (Cai) per tramite di Paolo Aquilanti, segretario generale di Palazzo Chigi.

Lo stesso Gentiloni due settimane fa aveva scritto ad Aquilanti una lettera per raccomandare di limitarsi alle nomine ‘indispensabili’, lasciando le altre al prossimo governo. Così non è stato, si legge anche sul ‘Giornale’, dal momento che tutti i sette sindacati interni che rappresentano dipendenti e funzionari della presidenza del Consiglio si sono rivolti ad Aquilanti denunciando una nomina peraltro fatta bocciando ‘in modo non trasparente’ i candidati interni,  che hanno per legge la priorità. «

Sulla base di queste considerazioni le organizzazioni sindacali chiedono all’amministrazione di sospendere la scelta fatta e di operare una più ponderata valutazione delle istanze pervenute, che valorizzino le professionalità dirigenziali esistenti nella presidenza del Consiglio dei ministri.

Antonella Di Pietro

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