Distributori di benzina presi d’ assalto stanotte a Palermo, alla ricerca di pochi litri di carburante. Stessa scena stamattina, quando lunghe file di auto si sono fermate in prossimità degli impianti di distribuzione.Condizioni analoghe, anche nelle altre città d’ Italia.
Nonostante infatti a mezzanotte siano scaduti i cinque giorni di blocchi proclamati dagli autotrasportatori dell’Aias, la protesta va avanti, soprattutto quella proclamata da Forza d’urto. Ancora stamane, infatti, secondo fonti della polizia stradale, blocchi restano a caselli di San Gregorio, con forti disagi in direzione di Messina e Catania. Così anche nella Valle dei Templi, ad Agrigento, dove la situazione da giorni è più grave che altrove sul fronte del carburante. Capofila stavolta è il Movimento dei forconi che proseguirà con presidi a macchia di leopardo e, nelle intenzioni meno rigidi, consentendo il passaggio delle autocisterne con il carburante e dei tir con i generi di prima necessità, chiudendo e aprendo i blocchi a intermittenza. Ma ciò non avviene, almeno in queste ore, con la rapidità sperata soprattutto dopo la mediazione raggiunta ieri in alcune prefetture dell’Isola. Le autocisterne fanno la spola con i distributori, ma perché si torni alla normalità ci vorrà tempo. I manifestanti andranno avanti in questo modo per altri cinque giorni, sette a Palermo. Con un occhio anche al vertice di mercoledì, quando il governatore Raffaele Lombardo incontrerà Mario Monti che ieri in una trasmissione aveva parlato di “fenomeni gravi e inquietanti”. Nella bozza del decreto infrastrutture all’esame del Consiglio dei ministri sono state previste misure a sostegno dell’autotrasporto. La norma prevede un anticipo del recupero delle accise per gli autotrasportatori. Salta inoltre il tetto dei 250mila euro per le compensazioni dei crediti d’imposta. Per i padroncini e le altre anime della protesta misure ancora insufficienti. Il nodo reale resta il costo del gasolio che va defiscalizzato come già avviene del resto per i pescatori e gli agricoltori.
Prevedendo l’abbattimento del costo del traghetto o dei pedaggi autostradali .
Morsello: “Bisogna riprendere trasporto merci in Sicilia” – Martino Morsello, leader del Movimento Forconi dichiara: “E’ urgente che riprenda normalmente il trasporto merci in Sicilia”. Intanto però conferma che la protesta in Sicilia, giunta ormai al sesto giorno, proseguirà fino al 26 gennaio.
“In attesa che si definisca l’incontro tra il presidente della Regione Raffaele Lombardo, il governo e una delegazione dei manifestanti – aggiunge Morsello – per affrontare “il caso Sicilia”, oggi più che mai bisogna evitare spaccature con i produttori”. “La nostra protesta – conclude il leader del ‘Forconi”- deve essere nei presidi in modo visibile facendo scorrere normalmente tutti i mezzi, compresi quelli che caricano merci e contribuiscono al reddito delle aziende. “Evitiamo – conclude – qualsiasi strumentalizzazione che possa danneggiare l’immagine del ‘Movimento dei Forconi” e della Sicilia stessa. La protesta pacifica è prevista fino al 26 gennaio”.