Non è stata raggiunta al momento la cosiddetta intesa su programma e nome da indicare come possibile presidente del Consiglio per poter dar vita ad una maggioranza parlamentare in grado di sostenere il governo. Per questo le rispettive delegazioni, dopo essere rimaste a colloquio allo studio alla Vetrata con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per poco più di mezz’ora, hanno chiesto ulteriore tempo – giorni i Cinquestelle, ore il Carroccio – per riuscire a chiudere l’accordo.
Ancora una volta il Capo dello Stato, facendo leva sulla sua pazienza, ha preso atto della richiesta e ha detto sì. Non con la volontà di assecondare una melina fine a se stessa, ma con lo scopo di togliere ogni alibi ai partiti che rivendicano di aver vinto le elezioni.
Programma e proposte per il candidato premier: dal Quirinale non trapela nulla sulla possibilità che siano stati sottoposti nomi all’attenzione del Presidente. Di sicuro, né formalmente né informalmente, non quello del professor Giulio Sapelli. Siamo d’accordo con Salvini, di nomi per la premiership pubblicamente non ne facciamo ha ribadito Di Maio. Non stiamo questionando sui nomi – gli ha fatto eco Salvini -. Capisco che appassioni i giornalisti il candidato premier e il calcio mercato, ma stiamo banalmente discutendo, anche animatamente, sull’idea di Italia.
Per chiudere la trattativa servirà un’ulteriore verifica: il prossimo weekend i due partiti pensano al giudizio della base, per un via libera definitiva all’accordo, che dovrà passare per il voto online della base Cinque stelle e per i gazebo della Lega allestiti nelle piazze d’Italia, dove si terrà il referendum sul programma di governo. Ai gazebo il voto sarà aperto a tutti per esprimersi su abolizione della legge Fornero, nuove regole per l’immigrazione, legittima difesa, Flat Tax e riformulazione dei trattati europei.