Con la bozza sul contratto di governo in in fase di limatura, si tratta a oltranza per il nome del premier.
Il Capo dello Stato ha fatto sapere di volere prendere in considerazione il testo solamente nella sua stesura definitiva. Fino ad allora, bocche cucite dal Quirinale. Sul piatto ora non solo il premier ma anche la ‘spartizione’ dei dicasteri.
Niente ‘uscita dall’euro’ nel contratto di 40 pagine firmato a quattro mani da Lega e Cinque Stelle. La nuova bozza del programma elimina il punto più sgradito ai più rispetto alla prima stesura circolata due giorni fa. Dentro la richiesta di scorporo dal computo del rapporto debito-Pil dei titoli di stato di tutti i Paesi europei ricomprati dalla Bce. Nell’agenda il taglio delle pensioni d’oro calcolate col retributivo, la revisione della Fornero, correzione del Jobs Act, rimpatri più facili, reddito di cittadinanza e flat tax ma anche nuovi temi come i vaccini o la Tav, su cui si sarebbe cercato un compromesso, estensione della legittima difesa, accorciamento dei tempi di prescrizione, la cancellazione delle ultime riforme in materia di depenalizzazione.
‘Il conflitto di interessi? Certo che c’è’, precisa Di Maio. Col contratto si introduce anche il Comitato di conciliazione governativo, che ha sollevato le critiche di molti commentatori. Servirà a creare un ponte tra Parlamento, Governo e forze politiche contraenti e sarà composto dal premier, dal Ministro competente per materia, dai capigruppo, dal Capo politico del M5S e dal segretario della Lega.
L’Europa in allarme, nonostante il capitolo delle richieste per la procedura di uscita dall’euro sia scomparso dal contratto. Oggi torna a parlare il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis. ‘Stiamo discutendo con le autorità italiane la traiettoria dei conti e in realtà questo è un messaggio anche per il nuovo Governo: è importante restare nei binari’, ha detto intervenendo al Parlamento europeo. ‘Non commentiamo sulle politiche dei partiti o processi di formazione dei governi, ma quello che enfatizziamo in ogni caso è che è importante attenersi alla disciplina di bilancio, e specialmente per l’Italia continuare a ridurre il deficit e il debito perché fattori di rischio’. E da Bruxelles arrivano richiami anche sulla questione Tav. ‘E’ molto chiaro che il governo italiano nel 2014 ha firmato impegni per completare i corridoi Ten-T’, ricorda la commissaria Ue ai trasporti Violeta Bulc. Se l’Italia dovesse ritirarsi dal progetto sulla Torino-Lione, dovrà rimborsare l’Europa e il suo partner francese, avverte Stephane Guggino, delegato generale del comitato della Transalpine.
‘Qui oggi potrebbe essere uno degli ultimi incontri che facciamo non al governo e speriamo che da qui possa partire un messaggio per tutta l’Europa: che ci sono tante persone che soffrono in tutta Italia imprenditori, dipendenti disoccupati e che queste persone vengono prima di tutto e che vanno messe prima di tutto’, replica però a distanza Luigi Di Maio arrivando a Monza per incontrare Sergio Bramini, imprenditore fallito che vanta crediti dallo Stato e su cui pesa uno sfratto.
Parole severe arrivano dal presidente francese Emmanuel Macron: ‘Non so quali saranno le posizioni del nuovo governo italiano”, dice. Ma “quello che vedo ora sono forze eterogenee e paradossali che potrebbero allearsi su un progetto di cui non si conoscono i dettagli. Nel contesto di incertezza ho anche un elemento di fiducia perché il presidente della Repubblica Mattarella ha indicato che il governo dovrà lavorare con l’Ue e che questo sarà uno dei criteri per la formazione del governo.
Dal vertice Ue di Sofia Paolo Gentiloni invita a non gettare alle ortiche il faticoso percorso fatto. Con politiche a debito e in deficit ci sarebbero conseguenze anche se non paragonabili a quelle del 2011. Non faccio il profeta di sventura anzi il mio compito è anche sottolineare la solidità del nostro Paese ma se si andasse fuori strada a essere danneggiati non sarebbero gli euroburocrati ma i cittadini italiani.