Maurizio Martina e la ‘fantapolitica’ del contratto di governo

‘Più che la figura di Giuseppe Conte il problema è il contratto, le cose che si fanno o che non si fanno. Ho notato che dal contratto è sparito il blocco dell’aumento dell’Iva. Cosa vogliono fare? Quella è una cosa che impatta su famiglie e imprese’,  ha detto il segretario reggente del Pd Maurizio Martina, ospite di Agorà su Rai 3 Negativo anche il giudizio sulla riforma fiscale, con due sole aliquote al 15 e 20%: ‘Sosterrà solo le fasce medio-alte e penalizza le fasce medie. Hanno parlato tanto contro le pensioni d’oro, ma lo sconto fiscale ce lo hanno proprio le pensioni d’oro’.

Quanto al reddito di cittadinanza è differito e diminuito: fuffa, come si dice dalle mie parti. Lo differiscono, e se si farà si farà tra due anni e sarà poca cosa. L’alternativa c’è, e consiste nel mettere nella prossima legge di Bilancio 4 miliardi sul Reddito di inclusione. Quel contratto è un mix tra un libro dei sogni e un libro degli incubi.

In realtà è fantapolitica la proposta e il contratto di Di Maio e Salvini. Dopo aver giocato per anni con la propaganda facile attaccando fantomatici ‘governi non eletti dal popolo’, hanno scoperto ora che tutti i presidenti del Consiglio sono nominati dal Presidente della Repubblica, che servono le intese e che i governi devono ottenere la fiducia dal Parlamento. Per anni hanno sparso falsità, ora si accomodano nella realtà. Che almeno questo serva a non fare altri danni verso il Paese raccontando ancora queste bugie.

So sono molto preoccupato per questo approccio che Movimento 5 Stelle e Lega stanno avendo rispetto ai temi di governo nazionale. Il contratto di governo giallo-verde ha  più di 120 miliardi di spese e solo 500 milioni di coperture. Vuol dire  che stai presentando una cosa che è a metà tra un libro dei sogni e uno gli incubi e di mezzo c’è il Paese reale, c’è l’Italia con i suoi bisogni e con i suoi interessi. Bisogna, quindi, rivolgere grande attenzione per quello che fanno e per quello che promettono perché rischiamo di lasciarci di mezzo la fatica di imprese, di famiglie e di tutto il Paese che in questi anni ha lavorato per uscire dalla crisi.

Moreno Manzi

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