Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte stringe la mano al presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante il giuramento del nuovo governo al Quirinale, Roma 1 giugno 2018. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Le prime 8 mosse del governo

Flat tax e reddito di cittadinanza. Ma anche pensioni e lavoro. Sono questi i primi dossier che il premier  Giuseppe Conte si troverà sulla scrivania a Palazzo Chigi. Misure che si affiancano a quelle già elencate nel programma di governo pentaleghista legate a sicurezza, giustizia e immigrazione. Temi e impegni che andranno affrontati tenendo uno sguardo ai mercati internazionali e all’Europa, senza perdere di vista la bussola rappresentata dal rispetto dei principi costituzionali.

Tra i primi passi che potrebbe muovere il nuovo governo c’è sicuramente uno dei cavalli di battaglia del programma pentaleghista: il superamento della legge Fornero. Con un eventuale decreto estivo, arriverebbero subito lo stop all’Ape sociale e il via a ‘opzione donna’. Per quota 100 (ossia la somma di età e anni di contributi) si dovrebbe attendere la legge di bilancio.

La Flat Tax con aliquote al 15 e al 20%, illustrata nel contratto di governo giallo-verde, dovrebbe essere uno dei capisaldi della prossima legge di bilancio, ipotizzando una sua entrata in vigore dal primo gennaio 2019. Al suo fianco dovrebbe arrivare un taglio delle tax expenditures cui verrà chiesto di garantire una buona parte delle coperture per la flat tax.

Si chiama ‘pace fiscale’ il progetto targato Lega-M5S che consiste in una maxi rottamazione delle cartelle esattoriali. Ora è uno dei pilastri del nuovo governo. Al momento si starebbe valutando attentamente l’impatto che la pace fiscale gialloverde potrebbe avere sulla definizione agevolata dei ruoli attualmente in corso. E che ha visto l’adesione di 950mila debitori da cui l’erario attende 2 miliardi di euro per il 2018-2019

Un altro dei pilastri di un possibile decreto estivo potrebbe essere un intervento taglialeggi e un pacchetto di misure sburocratizzazione già abbozzato dallo stesso Conte che proprio per questo motivo era stato inserito nella lista dei ministri in pectore del M5S presentata da Di Maio.

Nel pacchetto di misure urgenti da varare eventualmente già nelle prossime settimane è destinata a rientrare anche la riforma dei centri per l’impiego, cara ai Cinquestelle. Misura che dovrebbe andare di pari passo con il rafforzamento della dote attualmente a disposizione del reddito d’inclusione da far scattare con la prossima manovra.

Tra le misure in programma c’è poi il reddito di cittadinanza, che prevede 780 euro mensili per chi ha perso il lavoro. Un parametro basato sulla scala Ocse per nuclei familiari più numerosi. “L’erogazione del reddito di cittadinanza – si legge nel contratto di governo – presuppone un impegno attivo del beneficiario che dovrà aderire alle offerte di lavoro provenienti dai centri dell’impiego (massimo tre proposte nell’arco temporale di due anni), con decadenza dal beneficio in caso di rifiuto allo svolgimento dell’attività lavorativa richiesta”.

In materia lavoro si pensa anche di introdurre per legge un salario minimo orario e una revisione del ‘libretto famiglia’ che ha sostituito i vecchi voucher. L’obiettivo è introdurre “un apposito strumento, agile ma chiaro e semplice, che non si presti ad abusi, attivabile per via telematica attraverso un’apposita piattaforma digitale, per la gestione dei rapporti di lavoro accessorio”.

Una delle prime misure sul tavolo del governo Conte sarà quella legata all’immigrazione. Nel contratto di governo, M5S e Lega puntano alla revisione del regolamento di Dublino, con il ricollocamento obbligatorio e automatico dei richiedenti asilo tra gli Stati membri dell’Ue. “Nell’ottica di una gestione delle risorse pubbliche efficiente e congruente con le azioni politiche da attuare -si legge nel contratto di governo – occorre, quindi, procedere a una revisione dell’attuale destinazione delle stesse in materia di asilo e immigrazione, in particolare prevedendo l’utilizzo di parte delle risorse stanziate per l’accoglienza per destinarle al Fondo rimpatri”.

Tra le mosse del governo Conte c’è inoltre la lotta alla corruzione. Il programma di governo prevede il Daspo per i corrotti e corruttori, il potenziamento della prevenzione, e l’introduzione della figura dell”agente sotto copertura’, oltre alla valutazione della figura dell’agente provocatore in presenza di indizi di reità, per favorire l’emersione dei fenomeni corruttivi nella Pubblica Amministrazione.

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