Salvini e la sua tentazione di costruire una destra più conservatrice e nazionalista

Populista e sovranista sono i due termini correnti per tracciare il profilo dei partiti di destra che si stanno affermando in tutto il mondo. Ma spesso queste parole vengono usate in modo confuso e a sproposito da molti leader emergenti, per rimarcare la loro presa di distanza e costruire la strada della discontinuità rispetto ad un’economia liberista e globalizzata.Discontinuità che ha origine dal fallimento di questo modello che non è più in grado di creare integrazione attraverso una crescita integrata trainata dai mercati finanziari. Il cambio è fondamentale, occorre tornare di nuovo alla centralità dello Stato come primo attore, per difendere gli interessi dei cittadini e della nazione. E questa è la via obbligata da percorrere, secondo la visione politica dei partiti della nuova destra, se si vuole far ricrescere l’economia e ricreare il consenso politico, entrambi alla base di una nuova integrazione sociale. Come tutti i cambiamenti radicali, i nuovi schemi spiazzano tutti coloro che erano abituati a pensarla secondo dei canoni prestabiliti e apparentemente eterni. Né ci sorprende che molti esperti o sedicenti tali, non si rendano conto di ciò che sta accadendo. Né che siano i ceti popolari, in Italia, a votare per la flat tax, manifestamente a favore dei ceti più abbienti . Nei giorni scorsi Salvini è stato abile nel trascinare il M5S verso questa direttrice, dando vita ad un’inedita compagine di governo, guidata dal Prof Avv. Conte, ma la sua mossa è destinata, inevitabilmente, a scontrarsi con due questioni che saranno determinanti per il destino della Lega, del governo e per l’Italia. La nuova destra sovranista e populista per giocarsi la partita della seconda globalizzazione, ha capito che ha bisogno di creare Stati più autorevoli. Questa esigenza è talmente avvertita che fuori dai confini occidentali c’è un fiorire di Stati sempre più autocratici. E proprio qua sta la domanda chiave:” L’italia nel quadro degli Stati dell’Ue, da sola è in grado e ha la forza di giocare una partita del genere?Il rischio è troppo alto e Salvini rischierebbe di venir risucchiato dai sostenitori del’fuori dall’euro’ e ciò potrebbe portare all’Italia guai molto seri con conseguenze disastrose per l’economia e la tenuta sociale. Il secondo nodo riguarda il contratto di Governo con Di Maio e le contraddizioni insite nello stesso. In effetti dopo la vittoria del 4 Marzo il movimento dei grillini ha subito una doppia trasformazione . Da una parte si è radicalizzato nel Sud dando così voce forte alla parte più emarginata del Paese, effetto prodotto in parte dalla scelta di un leder del Sud, dall’altra ha accentuato la sua propensione statalista, cioè la vecchia idea di uno Stato che interviene a pagare in ultima istanza. Da qui è scaturita l’idea di istituire il cosiddetto reddito di cittadinanza. Quest’ultimo andrà a scontrarsi con il disegno della Lega che di Stato assistenzialista non ne vuol sentire parlare. Gli esiti di questa seconda contraddizione possono portare ad imboccare due strade: o si esce dall’euro immaginando che la sovranità monetaria possa essere la via per realizzare le promesse fatte e scritte nel contratto di governo, ma sarebbe un suicidio per il Paese, oppure la distruzione della coalizione di governo. A questo punto Salvini tenterà di dividere i grillini e andare a formare una nuova destra più conservatrice e nazionalista.

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