L’ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, è stato condannato a un anno per la turbata libertà del contraente per l’affidamento di un incarico in Expo alla ex collaboratrice Mara Carluccio. Il leghista era accusato di pressioni illecite per far ottenere vantaggi a due sue collaboratrici, tra cui un viaggio in Giappone spesato da Expo. I giudici della quarta sezione penale di Milano hanno riconosciuto l’ex presidente della giunta lombarda – che oggi non era presente in aula per la lettura della sentenza – colpevole solo di uno dei due reati che gli venivano contestati. Assolto, infatti, “perché il fatto non sussiste” dalla seconda accusa, induzione indebita per avere esercitato pressioni illecite finalizzate a far partecipare a una missione a Tokyo un’altra sua ex collaboratrice, Mariagrazia Paturzo. Per l’accusa Maroni avrebbe fatto delle pressioni perché legato sentimentalmente alla Paturzo: una tesi non accolta dai magistrati. Infatti , come dichiara il difensore di Maroni, Domenico Aiello, il presidente “è sollevato da questa sentenza perché tutti noi ci tenevamo particolarmente alla dichiarazione di innocenza relativa al viaggio a Tokyo”.
Condanna a un anno anche per Giacomo Ciriello, ex capo della segreteria politica di Maroni (2 anni e 2 mesi la richiesta); dieci mesi per l’ex segretario generale del Pirellone, Andrea Gibelli (un anno chiedeva il pm) e sei mesi per la Carluccio (10 mesi la richiesta), a cui sono state concesse le attenuanti generiche.