Quando non so cosa fare cosa faccio

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Barbara Lalle il seguente articolo:

 

“Quando non so cosa fare cosa faccio?”  azione performativa di e con Daria Deflorian e Antonio Tagliarini è ancora in scena al Teatro India di Roma, fino al 23 giugno. Bhè non proprio al Teatro India, più corretta dal Teatro India.

Questo lavoro, prodotto dal Teatro di Roma – Teatro Nazionale si avvale della collaborazione artistica di Valerio Sirna ed è stato accompagnato dalla cantante Monica Demuru nelle repliche dal 13 al 21 Giugno e da Ludovica Manzo per le ultime due date, il 22 e 23 Giugno.

La performance inizia in uno spazio canonico, nel teatro la cui scena però è insolitamente profonda, privata degli elementi fisici, nuda. Esprime la libertà di movimento verso cui sono menati  gli spettatori che dietro suo invito seguono la Deflorian e iniziano un itinerario performativo surreale e suggestivo.

I partecipanti, 30 e non uno di più per ogni rappresentazione, sono dotati di cuffie e condotti da Antonio Tagliarini, assecondano Daria Deflorian che come spesso nel percorso di questa coppia artistica si muove in bilico tra racconto autobiografico e restituzione di una figuraL’artista rende pubblici, con ingenuità e continua sorpresa, i suoi pensieri usando come ispirazione la fonte cinematografica e la realtà dei paesaggi, degli oggetti e delle personeRimanda insistentemente alla figura di Adrianagiovane ragazza della provincia toscana trasferitasi a Roma in cerca di fortuna, protagonista del film di Pietrangeli del 1965 “Io la conoscevo bene”.

Come per Adriana non esistono programmazioni del futuro o elaborazioni del passato così per l’artista esiste solo l’oggi, il momento della nascita di un pensiero che non rimane mai silente, ma viene partorito e contestualmente esposto al pubblico che non è mai giudice, ma solo mietitore di sensazioni, beneficiario di libertàSensazione di libertà nel dare pubblicamente voce ai propri pensieri che nel “socialmente corretto” rimangono tali.

Ci si muove, come dentro un film, non come nel teatro: dalla palazzina d’epoca abbandonata che pian piano sarà coperta di rovi a scorci segreti e dimenticati, dal viale dello shopping fino ad arrivare alla suggestione del campo aperto che ha come scenografiauno spazio industriale dismesso.

Barbara Lalle

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