Viktor Orban, come noto, guida il ‘Gruppo di Visegrad’ che usa il pugno duro contro l’immigrazione, ed è fortemente contrario alla divulgazione delle teorie gender e alla propaganda, più o meno occulta, in favore dell’omosessualità, soprattutto se rivolta ai minori.
L’Opera nazionale ungherese ha messo al bando e poi cancellato le 15 repliche previste del ‘Billy Elliot’ il musical che racconta la storia di un bambino omosessuale, figlio di un minatore, che si appassiona alla danza. Secondo il New York Times, che ha lanciato la notizia, ripresa in Italia dall’Huffington Post, alla base della decisione ci sarebbe appunto la tematica gay riportata nello spettacolo.
In realtà, a innescare la polemica è stato un articolo molto critico nei confronti del ‘Billy Elliot’ uscito ai primi di giugno su ‘Magyar Idok’, un quotidiano considerato molto vicino ad Orban.
Come può un’istituzione nazionale così importante come l’Opera, ha chiesto nell’articolo Zsofia N. Horvath, usare una performance concepita ad uso di bambini intorno ai 10 anni, ovvero nella loro età più fragile, fare questa propaganda gay? Promuovere l’omosessualità non può essere un obiettivo di Stato, soprattutto in un momento in cui la popolazione invecchia e diminuisce.
Secondo la Horvath, il governo Orban mira a promuovere la famiglia mentre ‘Billy Elliot’ non farebbe altro che convincere i ragazzini a prendere un’altra direzione.
Alla presa di posizione del giornale aveva replicato Szilveszter Okovacs, direttore nazionale dell’Opera, dicendo che ‘solo perché qualcosa che è innegabilmente parte della vita viene mostrata su un palco, non vuol dire che si stia promuovendo quella cosa’.
Questa la trama di ‘Billy Elliot’:
Billy ha 12 anni, è orfano di madre dall’età di 10 anni e vive con il padre Jackie, il fratello Tony, entrambi minatori, e la nonna. Costretto dal padre a praticare il pugilato, scopre in sé una grande passione per la danza lassica, che si scontra con i pregiudizi dell’epoca che vedono nel balletto un incoraggiamento all’omosessualità, e in quest’ultima una vergogna.
Billy è un ragazzino sognatore e ancora scosso per la morte prematura di sua madre: a volte suona il pianoforte della madre quando ne sente la mancanza e crede di vederla, in alcuni momenti di sconforto. Il suo unico amico sembra essere un compagno di classe, Michael, che è anche suo vicino di casa.
Il padre di Billy spinge il ragazzo a frequentare lezioni di boxe in palestra, ma Billy capisce di non essere affatto portato per quello sport fin dalla prima volta che sale sul ring. Un giorno in cui parte della palestra viene usata per il corso di balletto, Billy osserva incuriosito l’insegnante, Mrs. Wilkinson, che dà lezione alle sue allieve, bambine quasi coetanee di Billy. Fra di esse c’è anche Debbie, figlia della sig.ra Wilkinson e segretamente invaghita di Billy. Proprio Debbie lo esorta a provare con il balletto, visto che ne sembra così affascinato: l’insegnante nota in Billy un forte potenziale e lo invita a tornare. Billy comincia così a prendere lezioni insieme alle bambine, fingendo però in famiglia di continuare a frequentare le lezioni di boxe.
Passano due mesi e l’allenatore di boxe, amico di Jackie, gli rivela che il figlio non frequenta più le lezioni. Sconcertato, l’uomo segue il ragazzo e lo scopre alle lezioni di Mrs. Wilkinson: in modo perentorio gli dice di tornare a casa, dove i due si scontrano duramente sull’intenzione del ragazzo di proseguire con le lezioni di ballo. Di fronte alla chiusura paterna, Billy deve arrendersi e spiegare alla sua insegnante di non poter più continuare il corso.
Giunge l’inverno e i morsi della fame e del freddo si fanno sentire. Billy osserva suo padre che, a malincuore, distrugge il pianoforte tanto amato dalla moglie per usarlo come combustibile nel camino. La notte di Natale, Billy porta Michael in palestra, gli fa indossare un tutù e i due amici ballano insieme. Qualche minuto prima, Michael gli aveva timidamente rivelato la sua probabile omosessualità, facendo anche intendere di nutrire per l’amico un sentimento molto profondo. I due ragazzi vengono improvvisamente sorpresi dall’allenatore di boxe e da Jackie mentre stanno danzando per gioco: Billy, colto in flagrante ma trascinato da un improvviso entusiasmo, reagisce iniziando a ballare davanti al padre. Dopo aver visto il figlio dare sfogo al suo innegabile talento, Jackie capisce che diventare un ballerino professionista potrebbe essere il destino di Billy e decide di accompagnarlo di persona a un’audizione a Londra.
Tralascio il finale desiderando soffermarmi esclusivamente su Orban, sull’omosessualità e sull’influenza che la messa in scena di Billy Elliot potrebbe avere sui bambini.
Il divieto suona come la scure della censura in epoca fascista che vieta il musical per ‘Propaganda Gay’.
Al momento c’è da considerare che si va allo scontro sempre più duro tra l’Ungheria sovranista del popolarissimo premier Viktor Orbán e l’Europa. E la propaganda dei media vicini al potere a Budapest risponde nel modo più pesante. Mentre il Parlamento europeo, nella commisione Diritti civili, decideva votando a maggioranza di chiedere l’apertura di una procedura contro Budapest per violazione dei diritti umani e dei valori costitutivi dello Stato di diritto secondo l’articolo 7 dei Trattati, col rischio per i magiari di vedersi sospendere il diritto di voto ai vertici europei, i media ufficiali e le organizzazioni vicine al partito di maggioranza hanno lanciato sui social forum, cominciando da Facebook, una campagna senza precedenti.
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